venerdì 22 settembre 2023
Santoro: i fondi andrebbero investiti non in strutture, ma in diritti. Aumentare i centri per il rimpatrio o allungare i tempi di trattenimento non serve per chi sbarca ora
Emilio Santoro

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«Per affrontare il forte aumento degli sbarchi non serve aumentare i Cpr o allungare i tempi di trattenimento. Non ci andrebbero certo gli immigrati arrivati quest’anno, forse quelli degli anni passati. E molto pochi. È solo una strategia comunicativa, ma se il piano è diminuire i migranti presenti in Italia, non ha nessun senso. Invece andrebbero investiti fondi per accelerare i tempi per le pratiche delle domande d’asilo, che vanno da 3 a 5 anni». È molto negativo il giudizio sull’ultimo provvedimento del governo di Emilio Santoro, docente di Diritto degli stranieri all’università di Firenze e coordinatore di “L’altro diritto”, centro di documentazione interuniversitario.
Professore, chi va oggi nei Cpr?
Immigrati che hanno commesso qualche reato e non sono stati espulsi appena usciti dal carcere, mentre, come dice la legge, per loro il carcere equivale al Cpr e bisognerebbe organizzare la loro espulsione mentre sono detenuti. Ci vanno poi quelli che sono sempre stati irregolari sul territorio italiano, non avendo mai avuto un permesso di soggiorno. E infine quelli che, dopo il no definitivo alla domanda d’asilo, si sono sottratti all’allontanamento. Parliamo di storie di 2-5 anni fa. Quelli che arrivano adesso e chiedono asilo saranno nel caso interessati dai Cpr tra 3-5 anni.
E quelli che dopo un’espulsione ci provano una seconda volta?
No. Se tornano perché sostengono di essere perseguitati nel loro Paese, fin quando non si accerta se è vero, hanno tutti i diritti di restare in Italia. Chi chiede asilo non è mai un irregolare.
Chi invece non fa domanda di asilo, come tanti siriani, afghani, iraniani, curdi, perché vuole andare nel Nord Europa, corre il rischio di finire nei Cpr?
Se non fanno domanda d’asilo sono irregolarmente soggiornanti e possono essere considerati soggetti da espellere con accompagnamento e quindi andare nei Cpr. Però anche qui possono fare domanda, perché si può fare sempre. Vengono da Paesi in guerra o con regimi autoritari, così le domande devono essere accolte con procedura accelerata e dopo 15 giorni escono dal Cpr.
Ma le espulsioni funzionano?
No. Storicamente, a seconda dei periodi storici, espelliamo tra il 20 e il 50% delle persone trattenute nei Cpr. Di moltissime persone non si riescono a recuperare i documenti, per cui non si sa a quale Paese appartengono. I Paesi di provenienza dovrebbero collaborare ma molti non hanno gli strumenti tecnici, come ad esempio le impronte digitali. Ma poi nessuno ha interesse a farlo. Per non far arrabbiare le famiglie che hanno investito i risparmi nel progetto migratorio. E poi perché le rimesse degli emigranti sono molto più di quanto i Paesi occidentali danno come aiuti allo sviluppo.
Ma non ci sono accordi?
Molto pochi, ma funziona solo quello con la Tunisia, specie per i maschi perché quando fanno il servizio militare prelevano le impronte digitali.
L’allungamento a 18 mesi del periodo di permanenza nel Cpr è costituzionale?
La normativa europea dice che il limite massimo è un anno e mezzo ma ho molti dubbi che sia ragionevole e quindi costituzionale trattenere una persona un anno e mezzo, perché è difficile che quello che non si riesce a sapere in tre mesi poi si sappia successivamente. Se ci si accorge prima che non si può espellere, bisogna liberarlo subito perché il trattenimento è finalizzato solo all’espulsione.
Non sarebbe meglio spendere fondi per accelerare i tempi?
Servirebbe assumere mille persone altamente qualificate per le commissioni territoriali che facciano l’esame delle domande d’asilo in primo grado in 6 mesi, e poi 300 giudici specializzati in modo che al massimo in un altro anno si possa decidere sull’eventuale ricorso. Forse un terzo o il 40% delle domande potrebbero essere infondate e quindi queste persone potrebbero essere espulse, non immediatamente con accompagnamento ma solo con invito ad allontanarsi. Solo se non lo facessero potrebbero finire nei Cpr.
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