giovedì 23 giugno 2011

 

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La generazione Grande fratello arriva alla maturità e anche le tracce del tema si adeguano. I candidati 2011 hanno dimostrato di preferire quella di ordine generale, scelta dal 34% degli studenti, secondo una rilevazione di Swg per studenti.it (percentuale che, secondo i dati del ministero, scende al 26,4, piazzandosi comunque al secondo posto dietro la traccia sul cibo). Durante le sei ore dell’esame, i ragazzi hanno provato a ragionare intorno al concetto di fama e di come questa possa essere raggiunta nella società dei reality show e dei social network. «Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti», era lo spunto preso a prestito da Andy Warhol. Un auspicio per i giovani frequentatori della rete? «Non credo che i ragazzi abbiamo scelto questa traccia per un’adesione valoriale – spiega il professor Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università Cattolica di Milano e grande conoscitore dei nuovi media –. Semmai credo che, rispetto alle altre tracce, sui social network e i reality avessero più argomenti da spendere. Insomma, mi è parsa una scelta strumentale e non certo valoriale».Il professor Rivoltella si sofferma quindi sull’analisi del tema proposto, spiegando la differenza tra i concetti di fama nei reality show e nei social network. «Sono molto diversi e misurati in maniera completamente differente – sottolinea Rivoltella –. Mentre il reality show costruisce il personaggio, che è tale soltanto perché appare in televisione e non perché sa fare qualcosa, sui social network sei qualcuno soltanto se ti vengono riconosciute delle competenze specifiche, se, come si dice, sei “cool”, se fai tendenza. In altri termini, se la tua pagina Facebook offre notizie interessanti o se sai proporre dibattiti coinvolgenti sul tuo blog hai tanti “amici”, altrimenti la rete ti cancella in un attimo».Stando a ricerche effettuate dal gruppo di lavoro del professor Rivoltella, tra le due tipologie di fama, i ragazzi preferiscono quella più “sudata” dei social network, dimostrando di possedere valori che non sempre sono ad essi riconosciuti.«I nostri giovani sono molto migliori di come ce li rappresentano – conferma il docente della Cattolica – e hanno ben presenti i valori del lavoro e dell’impegno per raggiungere determinati risultati. I nostri dati confermano che non sono superficiali e non sono attratti dalla fama effimera che può dare la partecipazione al Grande fratello. Se vogliamo incontrare gli adolescenti, quelli veri, dobbiamo frequentare i social network, dove è certo presente anche tanta sciatteria ma si possono incrociare discorsi di senso che, certamente, non hanno cittadinanza nei reality».
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