venerdì 3 maggio 2013
Boldrini: servono norme immediate, proporrò a Grasso di agire in tandem «Ora una legge sulla cittadinanza. Presidente nero come negli Usa? Ci sarà». «Sono rimasta colpita dagli insulti al neo ministro dell’Integrazione attaccata perché è un’italiana dalla pelle nera. Credo sia stato toccato il fondo».
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«Vede quella croce... È fatta con il legno di un barcone di immigrati africani affondato nel mare di Lampedusa. Me l’ha regalata Rosario Crocetta, il governatore della Sicilia...». La presidente della Camera Laura Boldrini per qualche attimo resta silenziosa. A riflettere sul dramma dell’immigrazione. A pensare a quel Mediterraneo che «dovrebbe essere un mare che unisce e invece custodisce troppi cadaveri». Ancora una breve pausa. Poi aggiunge, pensosa: «Il legno di quel barcone non poteva essere usato meglio: è diventato la Croce, simbolo della sofferenza». Siamo al primo piano di Palazzo Montecitorio nell’ufficio della presidente della Camera. È un’intervista a tutto campo. Una riflessione accorata e meditata sulle sofferenze del Paese. E su una violenza che va fermata solo in un modo: con le risposte della politica. «Da quando sono qui - spiega la presidente - sono arrivate 11mila lettere unite dal segno della disperazione. Le dovreste leggere. la mancanza di lavoro uccide. È questa la questione numero uno, è questa la madre di tutte le urgenze». Lei cosa intende fare per questa urgenza?Da presidente di un’assemblea ho il dovere di usare tutta l’autorevolezza della mia carica per fare da stimolo a governo e Parlamento. Serve un piano nazionale per il lavoro dei giovani e della donne. Ho intenzione di creare una sorta di cabina di regia, attivandomi personalmente con i presidenti delle commissioni competenti della Camera. Voglio sentire il presidente del Senato Grasso, in modo di fare un lavoro in tandem: efficace, rapido e coordinato. Ai provvedimenti che riguardano lo sviluppo, l’occupazione, gli investimenti e le imprese dobbiamo dare la massima precedenza nei lavori d’Aula, assicurando una corsia preferenziale. E poi?Montecitorio può essere un vero centro di ascolto, la casa della buona politica. Possiamo aprire il palazzo al Paese. Penso a delle iniziative tematiche in cui mettere a confronto parlamentari e società civile, associazioni, sindacati, organizzazioni professionali... Per fare delle buone leggi per l’Italia dobbiamo prima di tutto ascoltare gli italiani. Lei è stata criticata proprio per le sue dichiarazioni sulla sparatoria di Palazzo Chigi. Qualcuno l’ha accusata di essere troppo giustificazionista nei confronti dell’attentatore.Sono accuse strumentali e senza senso. Ed è anche triste che in un momento come questo si facciano inutili polemiche su vicende così drammatiche. La violenza non è mai la soluzione. Non ci sono mai attenuanti: la violenza va sempre condannata, senza se e senza ma. L’ho detto e lo ripeto. E chi pensa che io sia equidistante tra Martina, la figlia del brigadiere Giangrande, e l’uomo che ha sparato a suo padre, distorce la realtà in modo fazioso. Detto questo, dopo la condanna della violenza, abbiamo il dovere di farci precise domande.Lei quali domande si è fatta?Dobbiamo chiederci se siamo all’altezza delle sfide che la realtà ci pone. Questi gesti disperati, violenti, da dove vengono? E perché? Sono opera di folli? E le centinaia di suicidi di imprenditori falliti, di lavoratori senza occupazione? Anche tutti questi sono gesti ispirati dalla follia? La classe politica, se vuole riscattare la sua immagine e la sua credibilità di fronte ai cittadini, deve dare risposte concrete e immediate su questo tema decisivo.Gli italiani con il voto hanno detto chiaramente basta ai privilegi della casta e alle spese folli della politica.La gente è arrabbiata con i politici, perché ci sono stati troppi scandali, troppe ruberie... Ma bisogna saper distinguere: ci sono stati politici che hanno rubato e politici che hanno onorato la nazione con il loro impegno e la loro passione. Non siamo tutti uguali. Alcuni politici che hanno rubato, però, sono ancora in carica...C’è chi ha sbagliato e ha fatto male al Paese. Qualcuno forse è ancora qui, ma ce ne sono molti di meno. Questo è un Parlamento rinnovato, giovane, con molte donne. Ma vorrei dire che non si risolve la crisi della politica con un generico tutti a casa. E aggiungo: i Cinque Stelle hanno dato un forte impulso alla svolta, ma sui temi della lotta agli sprechi e alla corruzione nessuno può rivendicare una sorta di monopolio.Lei è favorevole all’abolizione dei finanziamenti ai partiti?Io sono per la razionalizzazione e la massima trasparenza, non per la cancellazione. E non vorrei che passasse l’idea che la partecipazione alla vita politica sia destinata solo ai ricchi e agli abbienti. Un operaio ha il diritto di stare in Parlamento. Altrimenti torneremmo a un concetto regressivo della democrazia. A proposito di spese, si parla dell’abolizione della parata del 2 giugno. Lei che ne pensa?È una ricorrenza tradizionale che fa parte della storia della Repubblica.E rinuncerebbe agli F35?In un momento così drammatico nuove spese dovrebbero essere rivolte alle gravi questioni sociali, più che a comprare nuovi armamenti. Deciderà il Parlamento, ma mi auguro che le forze politiche riflettano sulle priorità.Cittadinanza per gli immigrati sì o no?Sì, sì. Oggi una nuova realtà si impone. Gli amici dei nostri figli sono nati in Italia da genitori non italiani, studiano nelle nostre scuole, parlano la nostra lingua. E le politiche migratorie devono includere. E allora mi unisco all’appello del capo dello Stato: all’Italia serve una legge sulla cittadinanza. Lo chiede il tempo che viviamo e dico: cominciamo subito a lavorare a proposte concrete. In Usa c’è un presidente nero. In Italia un ministro nero viene insultato.Ho espresso a Cecile Kyenge tutta la mia solidarietà. È inaccettabile il livello basso e volgare degli attacchi che ha dovuto subire perchè di pelle scura. Un Paese civile non può stare in silenzio. Il futuro? Sarà diverso. L’Italia è indietro, ma saprà correre. Negli Stati Uniti c’è un presidente il cui padre proveniva da un villaggio del Kenya. È inevitabile che prima o poi questo accada anche da noi. Questo è il tempo che viviamo e negarlo è fuori dalla storia. Cancellerebbe il concertone del primo maggio?La gente partecipa, canta, ci sono i giovani. Perchè toglierlo? Perché il lavoro non va festeggiato? Perché il lavoro non c’è? No. Il lavoro ci sarà, dovrà esserci Lasciamo la Boldrini con un pensiero al brigadiere Giangrande. Lo sa presidente della sua firma a una petizione sul taglio degli stipendi dei parlamentari? L’inquilino di Montecitorio ci guarda: «Lo so, ma so anche che non deve passare l’idea che i nostri parlamentari siano dei privilegiati rispetto a quelli di altri Paesi europei». Mentre usciamo troviamo ad aspettare la Boldrini Martina Giangrande la figlia del brigadiere. «Ora vedo la ragazza. Voglio sapere come sta, voglio chiederle del padre, sapere se posso esserle utile. Voglio ascoltarla ed esserle vicina».
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