martedì 5 maggio 2015

Preziosi (Pd) e altri 25 parlamentari chiedono al ministero dello Sviluppo se intenda intervenire per evitare danni alla stampa cattolica

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La protesta dei giornali contro il piano industriale 2015-2020 di Poste Italiane approda alla Camera grazie ad Ernesto Preziosi, deputato del Pd, che ieri ha presentato un'interpellanza, sottoscritta anche da altri 25 parlamentari appartenenti a vari gruppi politici, al ministro dello sviluppo economico. «Nei giorni scorsi il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) Francesco Zanotti – scrive il parlamentare - ha lanciato l’allarme circa l’impatto negativo che il piano industriale di Poste Italiane avrebbe sulla stampa cattolica in merito alla consegna della corrispondenza a giorni alterni». Riferendosi alle proteste espresse nei giorni scorsi anche su "Avvenire" che sta conducendo un'inchiesta sul piano delle Poste, Preziosi ricorda che «quotidiani e settimanali basano il loro rapporto con gli abbonati proprio sulla puntualità del recapito domiciliare», che il piano Caio vorrebbe ridurre, applicando in molte aree del paese la consegna della corrispondenza a giorni alterni. Preziosi sottolinea che la Fisc ha inviato una lettera all’Agcom per esprimere la più assoluta contrarietà all’ipotesi di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale. Che vi sono circa 190 periodici diocesani che aderiscono alla federazione e rappresentano una voce importante anche per Poste Italiane in relazione agli abbonamenti sottoscritti annualmente. Che, infine, la maggior parte degli abbonati spesso si trova proprio nelle aree interne e svantaggiate, nei piccoli comuni e questa scelta determinerebbe una ulteriore penalizzazione anche nell’esercizio della loro libertà di accesso all’informazione.Il parlamentare democratico chiede quindi al Governo se sia a conoscenza di tale problematica e «se in riferimento alle considerazioni espresse in premessa non intenda altresì intervenire al fine di evitare che la stampa cattolica venga penalizzata dalle scelte di un piano aziendale quale quello di Poste Italiane che andrebbe, ulteriormente, a colpire un settore di assoluto rilievo  nella cultura del nostro Paese e lo stesso principio della pluralità d'informazione».
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