venerdì 23 luglio 2010
Quasi tre mesi dopo le dimissioni di Scajola, l'annuncio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ma non esclude di trasferire alcune deleghe dello Sviluppo economico presso altri dicasteri. Spunta il nome del viceministro Romani.
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Palazzo del Quirinale, cerimonia del ventaglio con la Stampa parlamentare. Giorgio Napolitano ricorda che «l'istituzione governo non può sottrarsi a decisioni dovute, come quella della nomina di un titolare del ministero dello Sviluppo economico o del presidente di un importante organo di garanzia come la Consob». Palazzo della Prefettura di Milano, bilaterale con Medvedev, pochissime ore più tardi. Silvio Berlusconi annuncia che «probabilmente nella prossima settimana noi nomineremo il nuovo ministro».Sta in questi due fermi immagine la svolta in una delle questioni aperte nel confronto politico, specie quando il dossier Fiat, con le polemiche per l'annuncio di delocalizzare, riaccende la tensione.Sull'individuazione del successore di Scajola al Dicastero di Via Veneto, «siamo arrivati a buon punto» ha detto Berlusconi, senza escludere la possibilità di trasferire alcune deleghe dello Sviluppo economico presso altri dicasteri. Questo perchè durante l'interim mantenuto dal premier al ministero dello Sviluppo economico, «ho fatto qualche cambiamento». In attesa che si colmi il posto vuoto al governo dopo le dimissioni di Scajola riparte il totonomine. Torna in pista il nome di Paolo Romani, attuale viceministro già indicato in un primo momento quale favorito. Alcune settimane fa il Cavaliere, secondo quanto trapelato, offrì all'Udc il posto di responsabile del dicastero. Fonti parlamentari Pdl non nascondono che agli alti livelli istituzionali si preferirebbe la figura di un tecnico autorevole, ma il premier durante la riunione nella sede del governo potrebbe proporre il nome proprio di Romani. «È molto probabile che sia lui a succedere a Scajola», sostengono fonti governative. Doveva essere una questione «di giorni». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, all'indomani delle dimissioni di Claudio Scajola, definiva il suo interim al ministero dello Sviluppo Economico. Da allora sono passati quasi tre mesi e le deleghe di via Veneto sono rimaste al premier. Fino all'annuncio di oggi, durante l'incontro con il presidente russo Medvedev, in cui Berlusconi, rispondendo all'appello del Capo dello Stato, promette il nuovo ministro per la prossima settimana.LE DIMISSIONI DI SCAJOLAÈ il 4 maggio quando Scajola - accusato di aver comprato un appartamento al Colosseo utilizzando assegni in nero provenienti da Diego Anemone, imprenditore finito nell'inchiesta sugli appalti del G8, si dimette. Il giorno dopo, Berlusconi assume l'interim.Quello di via Veneto è un ministero che svolge funzioni delicate. Il dicastero comprende Attività Produttive, Commercio Internazionale, Comunicazioni e Politiche di Coesione. E provvede alle politica energetiche e alle Telecomunicazioni. Delega, quest'ultima, lasciata al viceministro Paolo Romani per allontanare le accuse di conflitto di interessi.LE TRATTATIVE PER IL NUOVO MINISTROQuello di Romani, ex Azzurro, è il primo nome che spunta per la successione. C'è l'ipotesi Giancarlo Galan, che restituirebbe alla Lega il ministero dell'Agricoltura. In ballo anche Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, ma il '"sogno" è Emma Marcegaglia. Il no della presidente di Confindustria spiazza il premier e allunga i tempi. Tra le tante indiscrezioni, anche quella di un accordo con Pier Ferdinando Casini che traghetterebbe l'Udc nella maggioranza. Ma anche questa soluzione cade nel nulla.
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