Maignan si lamenta dei cori razzisti con l'arbitro Maresca - Reuters
È successo di nuovo e, questa volta, il calciatore preso di mira dai soliti, beceri, ululati razzisti, ha chiesto e ottenuto la sospensione della partita. Al 34° del primo tempo, Udinese-Milan, valevole per la 21esima giornata del Campionato di Serie A, è stata interrotta per cinque minuti dall'arbitro Maresca, su sollecitazione del portiere milanista Maignan, pesantemente insultato dalla curva friulana. Già pochi minuti prima, l'estremo difensore francese aveva ricevuto offese dagli spalti che, dopo il gol del vantaggio rossonero, segnato da Loftus-Cheek al 31°, si sono intensificati. Fino a provocare la risposta del giocatore, che ha lasciato per qualche minuto il campo, seguito dai compagni di squadra. Dopo un conciliabolo con l'arbitro e il capitano della squadra di casa, il gioco è ripreso, con l'annuncio dello speaker dello stadio che non sarebbero stati tollerati ulteriori cori razzisti.
Il questore di Udine, Alfredo D'Agostino, presente sugli spalti dello stadio Friuli, ha subito avviato le indagini della Digos e dei reparti specializzati in servizio alla partita, per individuare gli autori dei cori razzisti. D'Agostino ha circoscritto l'episodio a uno sparuto gruppo di “tifosi” che si trovavano proprio dietro alla porta di Maignan.
Immediata la presa di posizione del Milan: «Nel nostro sport non c'è assolutamente posto per il razzismo: siamo sconvolti. Siamo con te, Mike», ha scritto sui social. La Lega Serie A su X ha espresso «condanna» per «ogni forma di razzismo». Dura condanna anche del presidente della Figc, Gabriele Gravina: «Nel calcio non c'è posto per il razzismo - dichiara -. Siamo solidali con Maignan e condanniamo duramente quanto accaduto a Udine. Bene ha fatto l'arbitro a sospendere la gara, non si deve giocare per forza quando accadono questi comportamenti vergognosi». A fianco dell'estremo difensore milanista anche i “cugini” dell'Inter. «Siamo fratelli del mondo, contro ogni forma di discriminazione. Al tuo fianco Mike Maignan», ha scritto la società nerazzurra in un post su X, rispondendo al messaggio del Milan. Il cui allenatore, Stefano Pioli, ha preso le parti del giocatore offeso: «Sono dispiaciuto tantissimo per lui che è stato colpito in prima persona - ha detto al termine della partita -. È una persona così rispettosa, corretta. Sono molto fiero di allenare un ragazzo come Mike Maignan. Sono situazioni che non devono più succedere ed è giusto che gli ignoranti restino a casa e non vengano più allo stadio», ha sottolineato l'allenatore.
Al portiere rossonero è arrivata la «solidarietà» del portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury: «Pone una questione di diritti umani», scrive in un post. «Questa - aggiunge - è una questione mai affrontata da quel calcio che, in questi giorni, gioca la Supercoppa in Arabia Saudita, incurante delle violazioni dei diritti umani in quel Paese. Tutto torna, soprattutto l'indifferenza», conclude Noury.
Tornando al campo, al 42° l'Udinese ha pareggiato con Samardzic ed è passato in vantaggio con Thauvin al 62°. Venti minuti dopo, il Milan è tornato in parità con Jovic, lesto a ribadire in rete un tiro di Giroud stampatosi sulla traversa e ricaduto sulla linea. Infine, al 93° lo svizzero Okafor ha fissato il risultato sul definitivo 3 a 2 per il Milan.