venerdì 8 settembre 2017
Le due studentesse americane hanno confermato la loro versione. Pinotti: qualche fondatezza alle accuse. Il Dipartimento di Stato Usa: vicenda seria
«Ci hanno violentate», due carabinieri indagati
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La temperatura sale intorno a un episodio che, fino all’altro giorno, sembrava difficile anche solo da pensare: la procura di Firenze ha infatti indagato i due carabinieri accusati da due ragazze statunitensi di averle violentate, in divisa e con l’auto di servizio. La stessa ministra della Difesa Roberta Pinotti ha ammesso che – pur se «gli accertamenti sono ancora in corso» – «risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse». Sul caso indaga anche la procura militare di Roma.

Anzitutto i fatti: i due militari, insieme ad altre pattuglie, erano intervenuti nella notte tra il 6 e il 7 settembre in una discoteca fiorentina dopo la chiamata del titolare, per disordini che si erano verificati nel locale. Proprio in quell’esercizio di piazzale Michelangelo – uno dei posti più panoramici della città – le due studentesse ventenni, che frequentano un’università americana nel capoluogo toscano, avevano deciso di passare la serata con le amiche.

I militari, entrambi in divisa, si sarebbero offerti di riaccompagnarle a casa, un appartamento in affitto vicino al Ponte Vecchio; le ragazze hanno raccontato alla polizia di essere così salite su una delle "gazzelle". Secondo la ricostruzione delle studentesse, la presunta violenza si sarebbe consumata appena entrate nell’androne del palazzo e in ascensore. Poi, alle prime ore del mattino, la chiamata al 113 che ha fatto scattare l’intervento delle volanti e poi della squadra mobile.

Ieri le due giovani americane, sentite separatamente, avrebbero confermato la loro versione e le loro accuse. Ci sarebbero inoltre testimoni che hanno visto le due ragazze salire sull’auto di servizio dei carabinieri, dinanzi alla discoteca. E il percorso della vettura, fino all’abitazione delle due giovani, sarebbe confermato dalle immagini di alcune telecamere di sorveglianza.

Forte la reazione ufficiale americana: «Prendiamo queste accuse molto seriamente – così il dipartimento di Stato Usa ha commentato la vicenda –. I nostri uffici all’estero sono sempre pronti ad assistere cittadini Usa vittime di crimini che cercano assistenza dalle nostre ambasciate e consolati». Peraltro l’organo governativo statunitense non si è addentrato in ulteriori commenti «per la natura sensibile di questo caso e per proteggere la privacy delle persone coinvolte». Anche il console generale Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, ieri mattina si è recato presso il comando provinciale dei carabinieri di Firenze, dove è stato garantito della massima «trasparenza, rigore e sforzo dell’Arma per arrivare alla verità». Durante l’incontro è stata inoltre sottolineata dai carabinieri la volontà «di rassicurare tutti i cittadini stranieri che l’Arma è a fianco alla gente da sempre e continuerà ad esserlo».

Firenze è una delle città italiane con la maggiore concentrazione di sedi di università americane, alle quali si aggiungono le numerosissime scuole di italiano per stranieri. Tra i consigli dati agli studenti che arrivano dall’estero su come vivere la notte o districarsi nella giungla del divertimento c’è l’invito a non girare da soli, a non reagire alle provocazioni ma soprattutto a non abusare di alcol.

Tali precauzioni vengono ripetute a centinaia di studenti durante appositi corsi di formazione tenuti anche dalle forze dell’ordine. Per cui i fatti di gravità inaudita raccontati dalle due americane, se confermati, darebbero un pesante colpo all’immagine della Benemerita e della città. Lo stesso comandante generale dell’Arma, generale Tullio Del Sette, ha fatto sapere che «se fosse vero, si tratterebbe di un fatto che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato».

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