venerdì 22 ottobre 2021
Un’inchiesta su alcuni imprenditori siciliani ha portato la Guardia di finanza negli uffici della Conferenza episcopale siciliana per acquisire copia delle donazioni per i soccorsi in mare
La nave dei soccorsi Mare Jonio

La nave dei soccorsi Mare Jonio - Ansa

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Un’inchiesta su alcuni imprenditori siciliani ha portato la Guardia di finanza di Noto presso gli uffici della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) per acquisire copia di documenti contabili relativi ad alcune donazioni delle diocesi isolane. Fonti investigative assicurano che l’indagine, coordinata dalla procura di Siracusa, in alcun modo riguarda la Cesi. Tuttavia la documentazione in possesso degli uffici ecclesiali regionali potrebbe rivelarsi utile al lavoro degli inquirenti.

I vescovi, infatti, nei mesi scorsi avevano deciso all’unanimità di sostenere le iniziative umanitarie per il soccorso di naufraghi nel Canale di Sicilia. In particolare destinando alcuni fondi per coprire l’acquisto di kit sanitari, abbigliamento per bambini ed equipaggiamento di soccorso acquistato da Mediterranea Saving Humans per la nave Mare Jonio, riguardo alla quale nei giorni scorsi la procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione in una inchiesta per il soccorso di migranti.

Gli uffici della Conferenza episcopale siciliana hanno messo a disposizione delle Fiamme gialle tutta la documentazione richiesta. Materiale necessario agli investigatori che stanno lavorando su anomalie contabili di alcune aziende che risulterebbero avere fornito servizi alla pubblica amministrazione e a privati.

Nel confermare la scelta di un sostegno a chi compie salvataggi in mare, i presuli dell’isola ribadiscono di avere messo a disposizione tutte le informazioni in loro possesso per facilitare il lavoro degli inquirenti. Ricostruire quale strade possa aver preso il denaro utilizzato per l’acquisto di equipaggiamento umanitario, dunque attività estranee alla contabilità della Cesi, aiuterà a chiarire le eventuali responsabilità di aziende private nella gestione interna delle stesse imprese.

Ogni versamento dalla Cesi, infatti, era correttamente registrato e autorizzato, ed è avvenuto attraverso bonifici bancari emessi dai conti della Conferenza episcopale e destinati all'organizzazione umanitaria, che risultano entrambe estranee ai fatti.

Don Pino Rabita, responsabile degli uffici della Conferenza episcopale della Sicilia, in una dichiarazione ha ribadito «la massima disponibilità, se ve ne fosse ulteriore necessità, a cooperare con gli inquirenti, come fatto durante l’acquisizione degli atti che mostrano la regolarità e la trasparenza del nostro operato».

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