giovedì 30 luglio 2009
Nel mirino i bilanci di Pd, Socialisti, Prc, Sinistra e Libertà e Lista Emiliano, sindaco della città. Indagine su appalti pubblici nel settore sanitario. Al centro delle indagini anche i finanziamenti per le elezioni di quest'anno.
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Perquisizioni, sequestri, indagati: lo tsunami giudiziario della sanità pugliese si abbatte ora sul centrosinistra. L’ipotesi al vaglio del pm della Dda di Bari, Desirè Digeronimo, è che i partiti delll’attuale maggioranza in Regione, dal 2005 a oggi, abbiano favorito alcuni imprenditori affidando loro appalti e servizi in cambio di finanziamenti. Per questo ieri i carabinieri hanno acquisito bilanci e documentazione bancaria relativa a Pd, Socialisti autonomisti, Prc, Sinistra e Libertà e Lista  Emiliano. Gli investigatori vogliono verificare se  nei bilanci siano stati regolarmente iscritti tutti i  soldi ricevuti. L’ipotesi di reato è il finanziamento illecito ai partiti e si inserisce nell’indagine che va avanti da oltre un anno e che riguarda un presunto intreccio tra mafia, appalti e politica nella gestione della sanità pubblica pugliese. Uno scandalo del quale sono stati finora pubblicati i particolari meno piccanti e che fa ipotizzare al magistrato i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso, truffa, abuso d’ufficio e voto di scambio. Ma non è tutto. Nell’inchiesta si contesta nei confronti di alcuni indagati l’aggravante di aver favorito un’associazione di tipo mafioso-camorristico. Ci sarebbe stata - secondo l’ipotesi accusatoria - contiguità tra personaggi legati al centrosinistra e la mafia barese. Il sospetto del pm Digeronimo si basa su colloqui telefonici intercettati anche negli ultimi mesi, mentre a Bari era in corso la campagna elettorale per le amministrative.Sospetti che pesano come macigni e che provocano la reazione del presidente della Regione, Nichi Vendola: «È un fatto positivo poter accertare immediatamente sulla base della documentazione se vi siano pezze d’appoggio a un’ipotesi accusatoria che a me sembra molto forte e un po’ azzardata. I reati vengono commessi dalle persone; vanno accertati e perseguiti duramente, ma per immaginare che gli schieramenti politici da un lato e dall’altro possano essere delle organizzazioni criminali ci vogliono robuste e numerose pezze d’appoggio». L’inchiesta - una ventina di indagati - va avanti da anni. Tra i principali nomi della politica coinvolti c'è l'ex assessore alla sanità della Regione Puglia Alberto Tedesco, ora senatore del Pd. E tra gli imprenditori coinvolti anche Dante Columella, amministratore della Tradeco di Altamura, azienda leader nel campo dello smaltimento dei rifiuti che ha gestito a lungo la discarica della cittadina pugliese; Diego Rana, imprenditore di Bisceglie nel settore della riabilitazione domiciliare; e il barese Gianpaolo Tarantini, punto di riferimento nel settore delle protesi, già indagato a Bari per favoreggiamento della prostituzione. alla concussione, al falso, alla truffa e all’abuso d’ufficio. Per Vendola «bisogna guardare con molta cautela alle indagini e lasciare che la magistratura faccia fino in fondo il proprio dovere senza interferenze». La presa di posizione di Vendola ha provocato la reazione del centrodestra pugliese. «Il giustizialista e colpevolista Nichi Vendola diventa sempre più garantista da quando le inchieste della magistratura riguardano il suo sistema di potere». attaccano il coordinatore e il vicecoordinatore del Pdl Puglia, Francesco Amoruso e Antonio Distaso in una nota congiunta. «E oggi che la Procura ha sequestrato tra l’altro anche i bilanci elettorali dei suoi partiti – aggiungono – impazza nelle agenzie con dichiarazioni di autoassoluzione, fiducia nella magistratura».Quanto all’acquisto delle protesi sanitarie, un altro filone della maxi-inchiesta, le indagini continuano. Per la commissione nominata dal direttore sanitario dell’Asl Bari, Alessandro Calasso, la spesa nel corso degli anni è aumentata in «maniera spropositata e sospetta». Un dato: nel 2007 si sono spesi 12,7 milioni di euro per l’acquisto di protesi ortopediche, l’anno successivo si è superata quota 16 milioni, quest’anno il budget fissato è di 17,1 milioni. E per far chiarezza anche su questo fronte i finanzieri ieri hanno sequestrato computer e cartelle cliniche nel Policlinico. Il pm Giuseppe Scelsi, che indaga sul presunto giro di mazzette legato alla fornitura di protesi a strutture pubbliche da parte di società riconducibili a Tarantini, punta ad accertare se diagnosi forzate sarebbero servite a prescrivere determinate terapie al fine di far acquistare protesi molto costose.Le altre inchieste in corso. Proseguono intanto a Bari le indagini su Tarantini e le sue “amicizie”. Il pm Giuseppe Scelsi avrebbe concluso gli accertamenti su due dei tre filoni investigativi nel quale è coinvolto l’imprenditore barese indagato per favoreggiamento della prostituzione per aver inviato, secondo l’accusa, Patrizia D’Addario e altre ragazze a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Mentre sul filone escort sarebbero in corso approfondimenti - secondo indiscrezioni l’inchiesta giungerà a conclusione non prima di settembre quando s’insedierà il nuovo procuratore di Bari, Antonio Laudati - sui coca-party le indagini sarebbero sostanzialmente concluse. Si attende la notifica degli elementi raccolti dagli investigatori agli indagati. Intanto è guerra di querele tra la D’Addario, l’ex amante e la moglie di quest’ultimo. Perchè la donna si sente diffamata e offesa dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla moglie del suo ex, l’imprenditore barese Giuseppe Barba. Per non parlare delle accuse che Barba le ha lanciato: «Patrizia ha speronato con la sua auto la mia Vespa. Voleva uccidermi», ha detto. L’escort barese ha così presentato l’altro giorno un esposto alla procura di Bari. Stessa cosa avrebbe fatto Barba. Sul contenuto della querela circolano solo indiscrezioni. Si parla di una denuncia presentata nei confronti della moglie del 47enne Barba, Bernardina Murgolo. Questa, in un’intervista aveva invitato la gente e il premier Berlusconi a non credere a Patrizia D’Addario.
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