mercoledì 28 giugno 2023
Il satellite Nasa ha catturato l'immagine della nube che dopo aver attraversato l'Atlantico ha raggiunto il Portogallo e la Spagna. Gli esperti: stiamo monitorando le polveri sottili
La diffusione dell'inquinamento atmosferico e il fumo degli incendi canadesi che raggiunge Portogallo e Spagna

La diffusione dell'inquinamento atmosferico e il fumo degli incendi canadesi che raggiunge Portogallo e Spagna - Gea

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Ha attraversato l’Atlantico settentrionale ed è arrivato fino in Europa. La nube di fumo degli incendi forestali che hanno bruciato più di 7 milioni di ettari in Canada ha raggiunto in particolare Spagna e Portogallo. Lo ha confermato la nasa, attraverso le immagini del suo satellite e anche Copernicus, il sistema satellitare europeo. "Tra il 26 e il 29 giugno il fumo degli incendi scoppiati in Canada ha raggiunto l'Europa provocando cieli nebulosi con tramonti rossi/arancioni. Il fumo è rimasto a quote elevate e non ha peggiorato la qualità dell'aria in superficie" rende noto il servizio Ue di osservazione della Terra. “Gli incendi sono divampati nella parte occidentale del Paese, ma si sono poi estesi alle regioni orientali, causando un totale di circa 160 megatonnellate di emissioni di carbonio, le più alte emissioni totali annue stimate per il Canada dal 2003 a oggi". "Verso la fine della scorsa settimana - prosegue Copernicus -, precisamente il 21 e il 22 giugno, un ulteriore aumento dell'intensità degli incendi in Quebec e Ontario" ha provocato "un episodio particolarmente forte di trasporto di fumo a lungo raggio, che ha attraversato l'Atlantico settentrionale e ha raggiunto l'Europa, con valori elevati di profondità ottica dell'aerosol e monossido di carbonio".

I trasporti di fumo a lungo raggio tendono a verificarsi ad altitudini più elevate, dove la vita atmosferica degli inquinanti atmosferici è più lunga, il che significa che si manifestano maggiormente come cieli nebulosi con tramonti rossi/arancioni. "Non si prevede che il trasporto di fumo ipotizzato abbia un impatto significativo sulla qualità dell'aria in superficie", precisa la nota, anche se "le concentrazioni di particolato (PM2,5 e PM10) in superficie, che potrebbero aggiungersi alle fonti locali di inquinamento atmosferico, vengono monitorate attentamente".

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In Canada 8 milioni di ettari in fumo

Si tratta di Incendi 100 volte più grandi di quelli che i vigili del fuoco sono abituati a gestire. E, ancora una volta, a farla da padrone è il cambiamento climatico che in Canada in particolare sta aumentando la frequenza e l'intensità degli incendi nelle foreste boreali. L'anello verde che circonda l'Artico - in Canada, naturalmente, ma anche in Alaska, Siberia e Nord Europa - è vitale per il futuro del pianeta. Da Est a Ovest, il Canada è in preda a un'eccezionale stagione di incendi, anche se non si è ancora raggiunto il culmine dell'estate. Nessuna provincia è stata risparmiata, nemmeno il Québec o la Nuova Scozia, che sono oggi le province più colpite con 112 incendi attivi. In tutto, più di 100.000 persone sono state sfollate. L'area bruciata in 25 giorni supera già la superficie totale bruciata negli ultimi 20 anni messi insieme. Le emissioni di carbonio causate dagli incendi hanno già superato il record annuale canadese, secondo l'osservatorio europeo Copernicus. Queste 160 megatonnellate di carbonio rilasciate nell'atmosfera rappresentano l'equivalente di circa 590 milioni di tonnellate di CO2, ovvero l'88% delle emissioni annuali di gas serra del Canada nel 2021. Gli incendi canadesi del 2023 rappresentano attualmente più del 10% delle emissioni globali di carbonio prodotte dagli incendi boschivi del 2022 (1.455 megatonnellate).

Montreal 'offuscata' dal fumo degli incendi nei boschi canadesi

Montreal "offuscata" dal fumo degli incendi nei boschi canadesi - Ansa

Vigili del fuoco in aiuto da tutto il mondo
"Qui c'è uno strato di 20-30 cm di combustibile sul terreno, che rende l'incendio più difficile da controllare. L'incendio scoppia sotto il combustibile e può estendersi per diversi chilometri", spiega David Urueña, vigile del fuoco spagnolo giunto in Quebec come supporto. È in parte questo humus, caratteristico della foresta boreale, a spiegare i grandi pennacchi di fumo che hanno invaso il cielo canadese per diverse settimane e che negli ultimi giorni hanno raggiunto gli Stati Uniti e persino l'Europa. Tutto questo è completamente nuovo per Ditiro Moseki, un vigile del fuoco sudafricano che lavora nel Canada occidentale. "A casa, è molto più facile. Qui dobbiamo scavare per raggiungere gli incendi che divampano nel sottosuolo", spiega. "A causa delle alte temperature e dei forti venti, se si arriva sul campo presto, alle 8 si vede il fumo, alle 10 si intensifica e alle 14 è finito, è quasi impossibile continuare a lavorare perché ricomincia", aggiunge Ongezwa Nonjiji, capo della squadra sudafricana, colpito dalla densità del fumo. Sebbene siano attenti nel sottosuolo, il pericolo a volte può arrivare anche dal cielo, sotto forma di incendi di cresta. "Una cosa che mi sorprende è che gli alberi verdi bruciano. Le conifere bruciano a causa della loro resina", osserva Cindy Alfonso, che ha viaggiato anche dalla Costa Rica per aiutare i vigili del fuoco canadesi. Le conifere contengono molta linfa, che agisce da accelerante per gli incendi forestali proiettando fiamme molto alte che possono attraversare strade e altri ostacoli. Un'altra caratteristica di questa foresta settentrionale che ha gravi conseguenze ambientali è che rilascia da 10 a 20 volte più carbonio per unità di superficie bruciata rispetto ad altri ecosistemi. Rilasciando gas serra nell'atmosfera, questi incendi contribuiscono a loro volta al riscaldamento globale: un circolo vizioso.

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