mercoledì 11 novembre 2009
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«Se avessi avuto un euro per ogni volta che qualcuno ha usato l’espressione "inverno demografico", oggi sarei ricco». Gérard-François Dumont, docente alla Sorbona di Parigi e presidente della rivista "Population & Avenir", ci aveva visto giusto. Le culle vuote sono uno dei principali problemi che l’Europa deve affrontare oggi se non vuole pagare gravi conseguenze nei prossimi anni. Il caso dell’Italia, in tal senso, è emblematico. «Nel vostro Paese oggi si fanno più automobili che bambini. E questo non è un buon investimento sul futuro - dice provocatoriamente»  Quali le conseguenze economiche dell’inverno demografico? I bassi livelli di fecondità determinano una diminuzione della produttività. La creazione di ricchezza di un Paese infatti dipende dal numero dei suoi abitanti, in modo particolare dalla popolazione attiva. È il caso, ad esempio, del Belgio: ha una popolazione attiva sei volte inferiore rispetto a quella della Francia e una produzione economica sei volte inferiore. È le ricadute a livello sociale? Spezza l’equilibrio tra le generazioni scatenando una vera e propria guerra. I giovani si trovano a vivere in una condizione a loro sfavorevole, perché gli anziani sono più numerosi. Quindi fanno più fatica a far sentire la loro voce, a far valere le loro preoccupazioni. Quando dovremo fare i conti con le conseguenze di questa situazione? Le vedremo fra venti, tren’anni. Ma i germi di questa situazione sono già presenti nell’Europa di oggi. Com’è la situazione italiana? Da voi le politiche familiari sono molto, molto deboli. Occorre quindi che l’Italia investa in questo settore, che faccia delle scelte economiche per incentivare i giovani. Che li aiuti sul mercato degli affitti e che permetta loro di scegliere liberamente quanti figli avere. Molti altri Paesi europei sono riusciti a farlo.Oltre all’Italia, in quali Paesi il "freddo" è più intenso?Soprattutto Spagna, Grecia e Portogallo. E, a partire dagli anni Novanta, i Paesi dell’Europa orientale. La caduta della Cortina di ferro ha avuto qualche responsabilità in questo cambiamento? In Paesi come Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Romania c’è stato un vero choc. Una perturbazione del sistema sociale che ha provocato non solo una caduta notevole della fecondità, ma anche i matrimoni sono diminuiti. In generale si tratta di Paesi che hanno  deboli politiche familiari.L’Europa è consapevole della gravità della situazione? Per anni l’Unione europea ha rifiutato di affrontare la gravità della questione demografica. Solo nel 2005 è arrivata la pubblicazione di un Libro verde. Ora c’è stata una presa di coscienza della gravità della situazione, ma non è ancora abbastanza. Ilaria Sesana
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