lunedì 24 giugno 2013
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«C’è un problema sociale enorme. Negli ultimi mesi i consumi delle fasce basse si sono contratti del 5-6 per cento. La gente è sul punto di non comprare l’essenziale, di rinunciare a cibo e vestiti. Il problema Iva lo conosciamo tutti, i ministri del Pd come quelli del Pdl. Francamente non colgo il senso di aut aut, ultimatum e frasi ad effetto. Stiamo lavorando giorno e notte per evitare l’aumento, con le difficoltà che Alfano conosce benissimo. Ogni parola in più rende difficile trovare una soluzione. Aggiungo una cosa: chiunque, per un motivo o per l’altro, voglia mettere in difficoltà il governo prima che venga agganciata la ripresa, se ne assumerà la responsabilità davanti al Paese». Graziano Delrio è appena arrivato a Todi alla kermesse dei cattolico-democratici. Vorrebbe parlare di fede e politica. Del ruolo dei credenti nel Paese. Di quella «straordinaria vocazione dei cattolici ad essere fonte di dialogo, e non di conflitto», della loro capacità di remare dalla stessa parte, a prescindere dai "contenitori", ogniqualvolta si parli di «equità, legalità, federalismo, famiglia, sanità, istruzione, servizi…». Vorrebbe disegnare la Terza Repubblica che verrà. Ma Iva e Imu incombono sulle sorti dell’esecutivo. E il ministro degli Affari regionali, unico renziano a sedere al tavolo di Palazzo Chigi, primo sindaco non comunista di Reggio Emilia dal lontano dopoguerra, è costretto a tornare sulla terraferma, a quelle emergenze che si accumulano una dopo l’altra senza tregua: «Vogliamo farcela, su Iva e Imu vogliamo realizzare una grande operazione di equità».Dunque, ministro, l’aumento Iva sarà rinviato?Abbiamo già visto che il precedente aumento dal 20 al 21% ha prodotto solo un forte calo di gettito e nessun beneficio per i conti pubblici. Ma stiamo ai fatti e alla realtà: abbiamo poche ore per trovare le coperture. Il ministro Saccomanni sta scavando nel mare magnum di quelle agevolazioni fiscali per cittadini e imprese che oramai non hanno più senso di esistere.Ce la farà?Se malauguratamente non dovessimo riuscire a bloccare l’Iva, affronteremo di petto il tema del potere d’acquisto delle fasce medio-basse, valuteremo l’estensione della social card per sostenere famiglie e consumi. Questo governo deve assolutamente agganciare i primi segni di ripresa. Deve avere il tempo di farlo.<+nero>Non c’è tempo per far capire all’Europa che l’aumento Iva può produrre meno entrate?<+tondo>L’Europa guarda le tabelle. Alla voce Iva sta scritto 2 miliardi per il 2013, se viene cancellata va trovata la stessa cifra da un’altra parte. È assurdo ma è la cruda realtà. Però ora non è il momento di scaricare tutte le responsabilità su Bruxelles. Dobbiamo stringere i denti in questo momento difficile e preparare un grande rilancio per ottobre, quando potremo contare su prospettive di bilancio migliori. L’esecutivo di servizio deve portarci su sentieri meno pericolosi, è assurdo mettergli i bastoni tra le ruote ora che siamo ancora nella tempesta. Sta chiedendo di fare un estate di sacrifici per poi vivere un autunno di rilancio?Dico che serve, a ottobre, in condizioni migliori, un piano fiscale che faccia ripartire i consumi e dia fiducia alle fasce medio-basse. Un vero choc. Iva e Imu sono solo due tessere del puzzle. Bisogna andare oltre, alleggerire le tasse che deprimono le buste paga. Con quali risorse?Occorre una forte strategia anti-evasione. I 12 miliardi all’anno recuperati sono ancora pochi. Il sistema di riscossione fino a poco tempo fa aveva degli aspetti discutibili, ma le tasse fanno parte del nostro patto di vita comune e ciascuno di noi deve contribuire in base a quello che ha. Se tutti pagassimo, ci sarebbero immediatamente le risorse per alleggerire il fisco e migliorare i servizi.Dopo l’Iva verrà l’Imu, e forse quello sarà il banco di prova decisivo per l’esecutivo… A che punto è la riforma?Con la proroga è passato il principio che le case di lusso debbono pagare. Bene, stiamo lavorando per individuarle tutte. Secondo i dati catastali le abitazioni A1, A8 e A9 sono appena lo 0,8 per cento. Pensi, a Reggio Emilia sono considerati "di lusso" 47 immobili su 58mila. Non è realistico. Ci sono altri criteri di valutazione diversi da quelli del catasto, come quelli usati dall’Agenzia delle entrate e dall’Osservatorio immobiliare. Scovando tutte le residenze di fascia alta potremo esentare dal pagamento tantissime famiglie e beneficiare capannoni e negozi.Ministro, una finestra sulla politica. Renzi e Letta sono due pianeti inconciliabili?Non voglio parlare di patto, ma sono certo che loro due, Matteo ed Enrico, hanno un obiettivo comune: cambiare il Paese e cambiare il Pd. E sono consapevoli di doverlo raggiungere insieme.In che modo sono uniti nella battaglia del partito?Letta e Renzi sono consapevoli allo stesso modo che il Pd va svecchiato, che va portata in alto una classe di amministratori locali capaci, che occorre rompere con le vecchie ideologie e mettere il partito al servizio del Paese e della società, e non dei dirigenti.Il governo-Letta dunque non deve temere l’ascesa di Renzi alla segreteria?Per niente. La segreteria di Matteo rafforzerebbe l’azione dell’esecutivo e indebolirebbe le varie componenti che, come si vede anche in queste ore, vogliono tenerlo in bilico.Il suo dicastero incrocia il dossier delle riforme istituzionali. Se dovesse decidere lei la nuova forma di governo?Non sono presidenzialista. "Tifo" per il premierato forte, mi sembra un’esigenza ineludibile. E poi do per scontato che si superi il bicameralismo perfetto con l’istituzione del Senato delle autonomie. L’Italia è matura per questa svolta.Ha degli obiettivi di mandato?L’abolizione delle province e la revisione del titolo V della Carta. Sulle materie concorrenti bisogna rimettere ordine tra regioni e Stato. Sulle reti energetiche, ad esempio, deve decidere lo Stato.<+copyright>
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