Generalmente li usano per divertirsi, ora gli studenti sanno che i videogiochi possono essere uno strumento per apprendere meglio ciò che imparano a scuola. I videogiochi applicati alla didattica sono stati al centro della prima edizione nazionale del Game@School, che si è svolto a Bergamo su iniziativa dell'Associazione Impara digitale e del Comune. Per un'intera giornata, 270 alunni (dalla terza elementare alla terza superiore), suddivisi in 74 squadre, si sono sfidati nella realizzazione di videogiochi che avessero come filo conduttore la presenza dei numeri nella vita quotidiana. Contemporaneamente, insegnanti e genitori hanno potuto seguire un evento formativo sui videogiochi come occasione di crescita culturale ed espressione artistica.
Stimolare la creatività
«Per la prima volta - spiega Dianora Bardi, fondatrice e presidente di Impara digitale, che sarà presente il 21 gennaio a Palermo e il 28 a Milano con altre edizioni di Tablet School - presentiamo dei prodotti (i videogiochi) creati dai ragazzi su progetti didattici. A loro, infatti, non abbiamo chiesto soltanto di realizzare il videogioco, ma anche di illustrare il percorso seguito e le materie coinvolte nel loro lavoro. È un'altra applicazione della didattica per competenze, un eccezionale prodotto educativo in grado di stimolare la creatività, raggiungere obiettivi specifici, favorire l’apprendimento e la memorizzazione delle informazioni, sviluppare logica e abilità, alternare momenti di cooperazione a momenti di lavoro individuale».
Risolvere i problemi quotidiani
Un'altra ricaduta pratica dell'applicazione dei videogioco alla didattica è dare ai ragazzi la possibilità di riflettere sugli strumenti da mettere in campo nella soluzione di problemi. «I risvolti positivi sono molteplici - aggiunge l'assessore comunale di Bergamo all'Istruzione, Loredana Poli - soprattutto in termini di apprendimento cooperativo e dell'opportunità di portare dentro la scuola competenze che i ragazzi apprendono altrove».