mercoledì 23 marzo 2011
La nave della Marina militare sarà utilizzata per trasferire gli immigrati sbarcati sull'isola. Accordo raggiunto tra Maroni e i Governatori: accoglienza secondo il numero degli abitanti.
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Attraccherà nelle prime ore della giornata di domani al porto di Augusta la nave San Marco della Marina militare italiana, arrivata stamane nelle acque antistanti l'isola di Lampedusa. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa. Le operazioni di imbarco di circa 550 migranti extracomunitari sono iniziate nel primo pomeriggio e si sono concluse in serata. L'imbarcazione salperà questa sera per dirigersi verso il porto di Augusta, per raggiungere il quale sono previste 14 ore di navigazione.DALLE REGIONI OK AL PIANO DEI 50MILAManca poco a mezzogiorno quando il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, entra nella sala del Viminale riservata ai giornalisti. La riunione con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, dell’Unione province italiane e dell’Anci si è appena conclusa. Due ore e mezza di discussioni e un primo risultato. A illustrarlo è lo stesso Maroni: "Da Regioni, Province e Comuni è arrivata l’adesione alla richiesta di accogliere fino a 50mila migranti. Lo riteniamo un numero realistico". Si tratta di un’adesione preliminare, perché il piano nazionale d’accoglienza, prosegue Maroni, ancora non esiste: "Lo stiamo mettendo a punto. Sarà presentato agli enti locali nei prossimi giorni. Ovviamente, nella distribuzione dei migranti terremo conto del numero di abitanti. Seguiremo il principio di solidarietà, ma con criteri correttivi". Dopo Maroni, a confermare l’adesione al piano sono il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il vicepresidente dell’Anci, Flavio Zanonato, e il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione. Mille per milione. In serata, sulle agenzie di stampa, sono iniziate a fioccare le adesioni delle singole regioni, alcune delle quali hanno anche avviato una prima conta delle disponibilità. In concreto, verranno gravate di meno le regioni che già ospitano molti migranti o dove si trovano diversi Cie (i centri d’identificazione ed esplusione), come Sicilia, Puglia e Calabria, ma anche l’Abruzzo, alle prese con la ricostruzione. Qualche dettaglio in più sui "criteri" trapela dalle parole dei presidenti di regione. "Mille profughi per ogni milione di italiani residenti nelle diverse Regioni. Un principio di proporzionalità che assegnerebbe alla Sicilia 5mila migranti", spiega il governatore siciliano, Raffaele Lombardo. Il presidente del Piemonte, Roberto Cota, puntualizza: "Il piano sull’emergenza umanitaria riguarderà soltanto i profughi libici, ai quali è possibile concedere lo status di rifugiati, ma che al momento sono pari a zero. Al contrario, per i tunisini sono già in funzione i Cie, che hanno una loro capacità di accoglienza".Missione a Tunisi. Il villaggio di Mineo (Catania), dove alloggiano già 800 migranti, potrebbe diventare modello d’accoglienza. Maroni ha chiarito che la Protezione civile e il commissario per l’emergenza immigrazione, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, riceveranno uno stanziamento dalla presidenza del Consiglio. Intanto, però, i Cie scoppiano. "Dall’inizio dell’anno - ricorda Maroni - sono arrivati 14.918 immigrati contro i 4000 di tutto il 2010. Sono tutti di nazionalità tunisina, giovani e di sesso maschile, praticamente una generazione che parte". Oltre cinquemila sono attualmente a Lampedusa, gli altri sono stati trasferiti nei Cie, ormai saturi. A testimonianza dell’urgenza della situazione, il ministro sarà oggi in Tunisia per "verificare col governo locale la possibilità di studiare iniziative in grado di mettere fine al flusso d’immigrati, che rischia d’essere sfruttato dai trafficanti di esseri umani".Appello all’Europa. Prima di partire, Maroni ripete con forza una richiesta già avanzata più volte: "È importante il coinvolgimento dell’Unione Europea, poiché la Tunisia è un Paese amico che ha intenzione di mantenere una leale collaborazione con l’Europa. Resta invece l’incognita della Libia: non sappiamo quanti potranno giungere dalla sue coste, poiché non si può prevedere l’evoluzione della situazione". Vincenzo R. Spagnolo
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