giovedì 29 novembre 2012
Il premier all'incontro con l'azienda e le parti sociali: «Agire in tempi brevi». Si mira a evitare un danno di 8 miliardi all'anno. Impegno a tutelare lavoro e ambiente. In conclusione l'auspicio di Monti che «da questa vicenda che ha causato danni, perdite e umiliazioni per il Paese possa invece derivare la costruzione di un clima di fiducia». Intanto la produzione riprende dopo la tromba d'aria. Ancora non si trova l'uomo finito in mare.
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"Il governo - ha affermato Monti all'inizio della riunione tra il governo, le parti sociali e le amministrazioni territoriali sul caso Ilva - vive la questione come un momento di vera prova per il nostro Paese. Non possiamo permetterci di dare un'immagine dell'Italia come di un Paese dove non sia possibile conciliare il rispetto assoluto della magistratura, la tutela dell'occupazione, la protezione della salute e dell'ambiente, il mantenimento di un settore strategico come quello dell'acciaio. Per questo abbiamo bisogno di sentire il vostro punto di vista e le vostre valutazioni". Il governo considera prioritaria la tutela della salute e dell'ambiente. Considera altresì il polo produttivo di Taranto un asset strategico per l'economia regionale e nazionale. Il funzionamento del polo industriale, infatti, oltre al territorio della Regione Puglia, coinvolge direttamente anche gli stabilimenti dell'Ilva in Liguria e Piemonte (Genova, Novi Ligure e Racconigi) e fornisce acciaio a diverse realtà industriali e straniere.
"Negli ultimi mesi il governo ha seguito con attenzione tutti gli sviluppi del caso Ilva: inizialmente, a luglio, con la firma di un protocollo di intesa e lo stanziamento di 336 milioni di euro per favorire il superamento della cause che avevano portato nei giorni precedenti al sequestro di una parte degli impianti. Il 5 settembre, a seguito della riunione organizzata dal governo a Taranto del 17 agosto, il Consiglio dei Ministri ha concordato una strategia condivisa con le amministrazioni territoriali, con una finalità importante: assicurare l'equilibrio tra la continuità produttiva, la sostenibilità ambientale, e la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini. Una strategia che mira anche a evitare un impatto negativo sull'economia stimato di 8 miliardi di euro annui. Segue la stessa linea il rilascio da parte del ministro dell'Ambiente dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) che anticipa le prescrizioni e gli obiettivi fissati dall'Unione europea, che entreranno in vigore nel 2016. L'AIA prevede che le procedure e i tempi del risanamento non interferiscano con l'esercizio ordinario dell'attività industriale. Il 15 novembre è stato approvato il piano di interventi che stanzia le risorse necessarie, stimate in circa 3 miliardi di euro, per il risanamento ambientale dell'azienda e quello della città di Taranto. Il piano ha definito un cronoprogramma, dal 2012 al 2014, con le priorità degli interventi.
Al termine della riunione il governo ha annunciato l'esame da parte del Consiglio dei Ministri di domani di un decreto legge che recepisca le esigenze manifestate dalle parti sociali e dalle amministrazioni territoriali durante l'incontro. Decreto che consenta il rafforzamento delle garanzie di realizzazione dei principi dell'AIA e la terzietà del meccanismo di controllo. Inoltre verrà costituito un apposito Osservatorio e si sta studiando un modo specifico un "progetto di salute per Taranto" che preveda il proseguimento dell'attività di sorveglianza epidemiologica soprattutto in età pediatrica.
Il presidente ha voluto ricordare l'importanza di questo incontro che rappresenta un cambio di passo rispetto al passato, quando erano mancati la necessaria armonia fra organi dello Stato e un sistema di controlli adeguato, che da oggi invece diventano prioritari. In conclusione, il presidente ha auspicato che "da questa vicenda che ha causato danni, perdite e umiliazioni per il Paese possa invece derivare la costruzione di un clima di fiducia", aggiungendo che "dal male spesso nasce il bene, speriamo anche in questa occasione".DOPO IL TORNADOÈ ripresa lentamente la produzione all'Ilva di Taranto, anche negli impianti sotto sequestro dal 26 luglio per disastro ambientale, dopo il tornado che ieri si è abbattuto su Taranto e sul comune di Statte, investendo anche l'area a caldo del siderurgico. L'azienda sta effettuando l'inventario dei danni strutturali subiti, mentre i lavoratori, che ieri erano stati invitati ad uscire dallo stabilimento per motivi di sicurezza, sono rientrati regolarmente al lavoro. Mancano all'appello solo i dipendenti dell'area a freddo, in ferie forzate da lunedì scorso.Sono intanto riprese le ricerche in mare dell'operaio dell'Ilva precipitato con la cabina di una gru nell'area porto dell'azienda, investita dal tornado. I sommozzatori non hanno ancora ritrovato neppure la cabina dell'impianto. Sulla città continua ad imperversare un vento fortissimo; ieri, quando si è abbattuto il tornado per pochi minuti, il vento ha anche superato i 200 chilometri orari.​​
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