giovedì 27 settembre 2012
L'arcivescovo di Taranto ha incontrato oggi i lavoratori dell'Ilva: «Vi porto l'abbraccio della Chiesa, sono con voi». Prima giornata di sciopero, centinaia di operai protestano sulle strade statali intorno alla città. Ferrante: impugneremo la decisione del gip.
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Non si è limitato solo alle preghiere: da quando la vicenda dell'Ilva è esplosa con il rischio di chiusura dello stabilimento e la perdita di migliaia di posti di lavoro, l'arcivescovo di Taranto, mons.Filippo Santoro si è schierato dalla parte dei lavoratori e dei cittadini tarantini anche con azioni concrete. Nelle scorse settimane ha mobilitato la comunità dei credenti facendola manifestare e pregare per strada, è riuscito ad ottenere l'intervento del Papa, ha parlato con ministri e dirigenti aziendali e oggi è anche entrato nello stabilimento siderurgico mentre erano in corso lo sciopero e i blocchi stradali, per esprimere di persona la «solidarietà e la vicinanza della Chiesa» ai lavoratori che stanno protestando e alle loro famiglie.   Il vescovo avrebbe anche voluto salire sino a 60 metri di altezza, per raggiungere i lavoratori che si sono arrampicati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5 per rendere più visibile la loro disperazione. Non ha potuto farlo, però, per motivi di sicurezza. Sono stati quindi gli stessi operai, con una delegazione, a scendere per raccogliere l'abbraccio dell'arcivescovo. «Vi porto l'abbraccio della Chiesa, sono con voi», ha detto, raccomandandosi però con gli operai: «Non mettete a rischio la vostra vita, fate sentire la vostra voce ma senza estremizzare».Dopo i provvedimenti di sequestro negli impianti a caldo dell'Ilva, l'arcivescovo ha fatto sentire più volte la propria voce e la propria iniziativa. Tra la fine di luglio e lo scorso agosto, mentre tra Taranto, Bari e Roma, si susseguivano e accavallavano iniziative giudiziarie e proteste, incontri tecnici e iniziative sindacali, mons.Santoro ha ottenuto che la chiesa facesse sentire la propria voce attraverso le parole del Papa. All'Angelus da Castelgandolfo, Benedetto XVI ha parlato dell'Ilva dicendosi preoccupato, esortando «tutti al senso di responsabilità» e incoraggiando «le istituzioni nazionali e locali a a compiere ogni sforzo per giungere ad una soluzione della questione, che tuteli sia il diritto alla salute sia il diritto al lavoro». Tre giorni dopo il vescovo ha promosso una fiaccolata e una veglia di preghiera facendo scendere in piazza centinaia di famiglie tarantine.LA PROTESTA DEGLI OPERAI. Centinaia di operai hanno bloccato le statali di accesso a Taranto. Si tratta della 100 per Bari - proprio dinanzi all'ingresso della direzione del Siderurgico - 7 per Brindisi e 106 per la Basilicata. L'agitazione dovrebbe durare tutta la giornata.
L'Ilva ha intanto annunciato che impugnerà dinanzi al tribunale il provvedimento del gip Patrizia Todisco che ieri ha respinto il piano aziendale di interventi e la richiesta Ilva di continuare a produrre. Lo ha detto il presidente Ilva, Bruno Ferrante, intervistato dall'emittente Telenorba. «Una decisione molto dura, molto severa», quella del gip, dice Ferrante. «Non so l'Ilva che tipo di ricorsi deciderà di presentare. Se non ci saranno modifiche ai provvedimenti esistenti le procedure andranno avanti e saranno inevitabili». Lo ha affermato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, facendo il punto sull'inchiesta per disastro ambientale a carico dell'Ilva. «Credo che domani avremo il documento, poi avremo le procedure previste dalla legge e così la conferenza dei servizi, e avremo finalizzato» la relazione per l'autorizzazione integrata ambientale (Aia). Lo dice il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine di un incontro nella sede del Wwf a Roma.È infatti cominciato alle 9 lo sciopero di 48 ore degli operai dell'Ilva indetto da Fim, Cils e Uilm, dopo il provvedimento del gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che ha bocciato il piano di risanamento dell'azienda e ribadito la sua chiusura senza possibilità di produzione. Per tutta la nottata è proseguita la protesta di una quindicina di operai da due giorni sulla passerella dell'Alto Forno 1 e sul Camino E312 del siderurgico. I manifestanti si alternano sulla sommità delle due strutture, a circa 60-70 metri di altezza, per richiamare l'attenzione sulla vertenza e l'adozione di provvedimenti in difesa del lavoro.
Per oggi gli operai hanno annunciato blocchi stradali. Fiom-Cgil chiede a Fim-Cisl e Uilm-Uil di "sospendere lo sciopero proclamato e di farlo precedere immediatamente dalle assemblee con tutte le lavoratrici e i lavoratori". "Avanziamo questa proposta - è detto in una nota della Fiom Taranto - perché uno sciopero, di cui non sono chiare le ragioni e con dichiarazioni contraddittorie tra le organizzazioni che lo hanno dichiarato, rischia di ingenerare confusione, pericolose divisioni tra i lavoratori e inutili contrapposizioni con la magistratura. Dobbiamo decidere insieme e senza divisioni tra lavoratori i contenuti della piattaforma per aprire la vertenza in difesa del lavoro, della salute dentro e fuori lo stabilimento e per la continuità produttiva dell'Ilva. Vertenza che deve unire i lavoratori, la città e le istituzioni nel pieno rispetto della magistratura". In ogni caso - conclude il comunicato - la Fiom-Cgil terrà le assemblee retribuite per garantire a tutte le lavoratrici e i lavoratori il diritto di decidere insieme del proprio futuro. Alcune centinaia di persone aderenti al "Comitato spontaneo apartitico liberi e pensanti" sono state bloccate dalle forze dell'ordine mentre in corteo, guidato da un veicolo a tre ruote, cercavano di avvicinarsi agli operai dell'Ilva sulla statale 100. Dell'associazione fanno parte cittadini e lavoratori che, al grido 'Taranto libera, ve ne dovete andare' chiedono all'Ilva l'adozione di misure a tutela dell'ambiente e della salute.
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