sabato 31 luglio 2021
La situazione peggiore a Catania. Musumeci chiama il governo, la Protezione civile puntualizza: «Gli interventi spettano alle Regioni». L’arcivescovo Pennisi: «I roghi un delitto contro Dio»
Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco

Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco - Ansa / Vigili del fuoco

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Il Sud Italia brucia ancora. Non si placano i roghi che negli ultimi giorni hanno investito soprattutto Sicilia e Sardegna e nuovi focolai si sviluppano in molte zone del Paese interessate da una forte ondata di caldo. Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 800 gli interventi svolti dai vigili del fuoco per incendi boschivi: 250 in Sicilia, 130 in Puglia e Calabria, 90 nel Lazio e 70 in Campania.

La Sicilia chiede aiuto a Roma in giorni apocalittici di roghi, persone che scappano da località in fiamme, abitazioni evacuate. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile.

Un grido dall’isola – che va a fuoco per il caldo torrido e per la mano criminale dei piromani – destinato ad essere accolto, ma anche stigmatizzato: «La Regione Sicilia ha fatto una dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale, con la richiesta della Protezione Civile di attivarsi a supporto delle attività della Regione – ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio –, ovviamente supporto da terra, perché tutti i mezzi aerei disponibili li abbiamo inviati. Invieremo quindi squadre da altre regioni e ci sarà il raddoppio dei turni da parte dei vigili del fuoco. Le responsabilità nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi tuttavia sono chiare. Le norme prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni».

Adesso, però, è la consapevolezza dell’elemento umano nello sfacelo che rende la situazione ancora più inaccettabile. «Questi incendi non sono frutto di un destino avverso al quale sottomettersi con rassegnazione, ma chiamano in causa a vari livelli la responsabilità diretta e indiretta dell’uomo» ha tuonato l’arcivescovo di Monreale e vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Michele Pennisi, nell’esprimere solidarietà alle comunità devastate dai roghi. «È una grave colpa della cattiveria umana bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere “la casa comune” che Dio ci ha comandato di custodire e curare. Mentre condanno simili crimini – è il monito dell’arcivescovo – ribadisco che appiccare volontariamente un incendio, oltre che un delitto per la legge dell’uomo, è anche un grave peccato contro Dio e la sua creazione».

Ansa / Vigili del fuoco

La cronaca delle ultime ore racconta di un’emergenza che non sembra affatto terminata. Ieri ancora decine di focolai in provincia di Palermo. Fiamme a Polizzi Generosa, a Monreale, a Petralia Soprana, a Scillato e a Misilmeri. Allarme di roghi e di paura che non cessa nemmeno sul versante catanese con la zona Sud di Catania, la zona industriale, l’Oasi del Simeto, i lidi e le spiagge. Il fumo sovrasta la Sicilia, tanto che la colonna che sale da Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, è stata fotografata dalla Nasa, grazie a un satellite. Non manca nemmeno la polemica sugli organici, sul controllo, sulla prevenzione.

«La Sicilia brucia – attacca il segretario del Pd regionale, Anthony Barbagallo – le notizie relative agli incendi ci preoccupano molto. Il quadro complessivo è desolante. Nel fine settimana che avrebbe dovuto sancire l’inizio del periodo di ferie e della ripresa del turismo siamo invece costretti a commentare un bollettino di guerra. Intere aziende e case interamente distrutte. Danni per centinaia di migliaia di euro. Duole purtroppo constatare che nulla è stato fatto sul fronte della prevenzione, da parte della Regione. Che fine hanno fatto i mirabolanti annunci sull’impiego di droni per contrastare gli incendi, fatti a metà giugno durante la presentazione della campagna di comunicazione antincendio da parte del governo Musumeci?». Una critica condivisa e rilanciata dal capogruppo dei Democratici all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo.

Intanto, sul campo, si fa la prima conta dei danni. Il bilancio della Coldiretti è tremendo: «Un massacro senza fine – spiega una nota –, con circa 60mila eventi incendiari che hanno devastato la Sicilia negli ultimi sei anni. Gli ultimi roghi confermano che gli incendisono causati da criminali che seguono un chiaro disegno contro cui occorre potenziare uomini e mezzi».





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