domenica 23 agosto 2020
Nelle terre ferite dal sisma del 24 agosto 2016. Monsignor D’Ercole: «Il buio non ci addormenti» Il commissario per la ricostruzione Legnini: «Siamo a un punto di svolta»
Il ricordo tra le macerie e il futuro dopo quattro anni
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Per 299 famiglie fu “l’ultima notte”. Così la definiscono gli sfollati del 24 agosto 2016, ricordando i loro cari deceduti a causa della più forte scossa in Italia dal sisma dell’Irpinia nel 1980. Erano le tre e trentasei di quattro anni fa quando il terremoto devastò il centro della penisola colpendo al cuore Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo: 249 morti solo fra Amatrice e Accumoli, 40mila sfollati. Più di 87 Comuni lesionati, tra cui borghi storici come Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera. Raso al suolo Castelluccio di Norcia, macerie che sono ancora nello stesso posto dove sono cadute. Da quel giorno sono state registrate 115mila scosse, certifica l’Istituto nazionale di geofisica, l’ultima proprio ieri, sempre nel cratere marchigiano: 3.1, seguita da altre 12 con epicentro a 4-5 km da Acquasanta Terme, 18-20 km di profondità.

«Siamo messi malissimo – dice Sante Stangoni, il sindaco di Acquasanta –, ma in questi ultimi sei mesi con l’arrivo del nuovo commissario si sta lavorando tanto e si sta cercando di dare dignità ai nostri territori, sia nell’accelerazione della ricostruzione sia per un rilancio economico dei territori, perché è difficile continuare a vivere qui: zone martoriate dal sisma, dove l’economia purtroppo latita. Forse i comuni piccoli che portano pochi voti non interessano... ». Ieri sera ad Ascoli Piceno e provincia c’è stata una delle tante cele- brazioni (civili e religiose) in ricordo e suffragio delle vittime e per le famiglie colpite dagli effetti del sisma.

«È vero, passa il tempo e tutto sembra restare come quella notte – dichiara il vescovo diocesano monsignor Giovanni D’Ercole –: le macerie, le case da ricostruire, le chiese da far risorgere, il lavoro che fa fatica a crescere, la gente che continua ad andarsene o a morire. Tante problematiche ancora forti e preoccupanti che si sommano alla pandemia. Tutto sembrerebbe farci scoraggiare e invece dobbiamo continuare a sperare ».

Prosegue D’Ercole: «Animati dalla fiducia in Dio che mai deve spegnersi sogniamo ad occhi aperti. Dobbiamo rimanere sempre desti e non lasciare che il buio ci addormenti nel sonno della paura, dello scoraggiamento e dello smarrimento. Sognare la speranza è l’invito che ci viene da tante parti. Se anche con il passar del tempo diminuisce l’attenzione e la solidarietà, dobbiamo proseguire il cammino faticoso della speranza insieme ai parenti delle vittime del sisma, agli abitanti che qui vivono, agli amici e a quanti con noi continuano a camminare insieme, sorretti dalla certezza che il Signore non abbandona chi in lui si rifugia». E la ricostruzione? «Il processo è a un punto di svolta», assicura il commissario Giovanni Legnini, presentando il rapporto sull’iter.

Nel primo semestre 2020 a fronte di 80mila edifici che risultavano inagibili sono state presentate 13.948 richieste di contributo per la ricostruzione privata: di queste, 5.325 sono state accolte, 678 respinte e 7.945 risultano in fase di lavorazione secondo la vecchia procedura, che prevede tempi medi di circa un anno e che è stata radicalmente modificata dall’ordinanza 100 del 9 maggio. Questo documento potrebbe rappresentare la chiave di accesso a una procedura più snella anche per la ricostruzione pubblica, i cui dati denotano che a fronte di 2,1 miliardi di euro impegnati le risorse effettivamente erogate ammontano a soli 200 milioni. In questi quattro anni sono stati ultimati 86 lavori in opere pubbliche e altri 85 sono in corso (le scuole concluse sono per ora 17 e ci sono 6 cantieri in esecuzione). Ripristinate 100 chiese.

La speranza di fare ritorno nelle proprie case accompagna la vita delle famiglie duramente colpite da quell’'ultima notte' e ora dalla pandemia: contro la desertificazione e l’abbandono ci sono adesso le tante misure di sostegno per far ripartire l’economia. Intanto oggi la diocesi di Macerata ritrova la chiesa di Sant’Elena Imperatrice ad Avenale di Cingoli, con la Messa di riapertura celebrata dal vescovo Nazzareno Marconi, mentre in diocesi di Rieti il vescovo Domenico Pompili celebra oggi alle 21.30 a Grisciano di Accumoli e guida dall’una di notte ad Amatrice una veglia in memoria delle vittime del sisma. Domani alle 11 presiederà poi una Messa di suffragio (diretta su Raiuno).

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