martedì 5 settembre 2023
Il rapporto presentato nel 13° anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso perché difendeva il Cilento. Otto proposte al governo Meloni
Le coste italiane sono sempre più in pericolo

Le coste italiane sono sempre più in pericolo - Ansa/Legambiente

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Sono 19.530 i reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane, in crescita del 3,2% rispetto al 2021. A rivelarlo è il nuovo report di Legambiente, Mare Monstrum 2023, sul mare violato e minacciato dagli ecoreati.

Oltre un milione i controlli svolti nel 2022 dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine, aumentati del 31% rispetto all’anno precedente. La pubblicazione è avvenuta alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, in provincia di Salerno. Ucciso il 5 settembre 2010, era impegnato nella tutela delle coste del Cilento.

Secondo l’associazione, il principale crimine contro l’ambiente è il ciclo illegale del cemento, che da solo rappresenta il 52,9% degli ecoreati. In questa categoria rientrano l’occupazione di demanio marittimo, le cave illegali, l’abusivismo edilizio e gli illeciti negli appalti per le opere pubbliche. Seguono fenomeni come la maladepurazione e lo smaltimento dei rifiuti, che contribuiscono all’inquinamento del mare. Di questi, Legambiente segnala 4.730 violazioni.

In particolare, secondo l’associazione, la maladepurazione è tra le maggiori emergenze croniche dell’Italia. Al momento, infatti, sono quattro le procedure d’infrazione avviate dall’Unione europea nei confronti del nostro Paese. Per affrontare il problema, Legambiente sottolinea la necessità di un piano nazionale e più risorse economiche, nonché un rapido completamento degli interventi sulla rete. Richieste che l’organizzazione rivolge al nuovo Commissario straordinario per la depurazione, nominato nelle scorse settimane.

Al terzo posto della classifica dei crimini contro l’ambiente, i reati legati alla pesca di frodo, che raggiungono quota 3.839. Nel 2022 sono state sequestrate più di 400 tonnellate di prodotti ittici, oltre mille chilogrammi ogni giorno. Il 76,3% delle operazioni si è verificato in sole cinque regioni: Sicilia (circa 130 tonnellate), Puglia, Liguria, Veneto e Toscana.

Dal rapporto emerge anche l’aumento degli illeciti amministrativi, che con un +13,1% rispetto al 2021, salgono a 44.444. A diminuire sono, invece, denunce, arresti e, soprattutto, i sequestri, che scendono a 3.590 (-43,3%). A livello territoriale, il 48,7% dei crimini ambientali si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. La più colpita è la Campania, con 3.345 reati, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria.

La Basilicata, invece, è in testa alla classifica delle infrazioni per chilometri di costa: 32,7 illeciti ogni chilometro. A livello nazionale, la media è di 8,7 (uno ogni 115 metri). Nel 2021 erano 7,5. Oltre al danno ambientale, gli ecoreati hanno un notevole impatto economico: il valore di sequestri e sanzioni amministrative supera i 486 milioni di euro, registrando però un calo del 22,3% rispetto all’anno precedente.

Il report fotografa una situazione su cui è urgente intervenire, attraverso attività di controllo e interventi normativi che Legambiente riassume in otto proposte indirizzate al Governo Meloni. Azioni non più rimandabili che vanno «dalle demolizioni affidate ai Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori, fino alla lotta alla pesca illegale», sottolinea il presidente nazionale dell’associazione Stefano Ciafani. Il monitoraggio di Legambiente, esorta Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e legalità, deve essere accompagnato da un impegno «significativo da parte di tutte le istituzioni».




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