mercoledì 20 marzo 2024
Il presidente ricorda con un messaggio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994. I dati della polizia sui giornalisti presi di mira nel 2023
Un ritratto di Ilaria Alpi

Un ritratto di Ilaria Alpi - ANSA

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«Il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in un agguato a Mogadiscio il 20 marzo 1994 mentre lavoravano a un’inchiesta su un presunto traffico di armi e rifiuti tossici in cui sarebbe stata coinvolta l’Italia. «Il ricordo di Alpi e Hrovatin – ha proseguito il capo dello Stato – suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino». Mattarella ha poi sottolineato che «gli assassini e i mandanti» del loro omicidio «sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. È una ferita che riguarda l’intera società».

Ma i giornalisti e gli operatori dell’informazione sono sempre nel mirino di chi non vuole che si ricerchi la verità, e vengono fatti oggetto di minacce, soprusi, violenze. Nel 2023 sono stati censiti 98 episodi intimidatori (-11,7% rispetto ai 111 segnalati nel 2022), 12 dei quali riconducibili a contesti di criminalità organizzata (12,2%) e 40 a situazioni di carattere politico-sociale (40,8%). I dati sono contenuti nel report “Atti intimidatori nei confronti di giornalisti” l’anno scorso, realizzato dal Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale che fa capo al Dipartimento di pubblica sicurezza presentati nell’ambito del meeting dei Focal Points nazionali nell’ambito del Progetto Osce sulla sicurezza dei giornalisti.

E, in particolare, gli episodi consumati tramite i canali web sono stati 30 (corrispondenti al 30,6% del totale degli eventi), pari al numero degli eventi registrati nel 2022 quando l’incidenza sul totale era stata del 27%; i mezzi più utilizzati per mettere in atto gli episodi criminosi contro i giornalisti sono risultati il social network Facebook, con 13 e le e-mail con 8. Le regioni che, nel periodo preso in esame, hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con 68 episodi complessivi, pari al 69,4% del totale. Quanto alle aree metropolitane, il maggior numero di episodi è stato segnalato con riferimento a Roma (17 intimidazioni), seguita da Milano (15), Reggio Calabria (8) e Napoli (6). Per alcuni atti intimidatori non risulta che la vittima abbia presentato denuncia-querela.

Nel complesso, negli eventi rilevati nel 2023 appaiono coinvolti, in qualità di vittime, 92 professionisti dell’informazione, tra i quali 21 donne (22,8%) e 71 uomini (77,2%). L’8% delle segnalazioni totali è invece relativo ad episodi intimidatori perpetrati nei confronti di sedi giornalistiche o di troupe radiotelevisive non meglio specificate.

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