venerdì 15 aprile 2011
Vertice a Palazzo Grazioli, i Responsabili annunciano: presto sei nuovi ingressi e rimpasto la prossima settimana. Ma nel Pdl ci sono dubbi. Manifestazioni a Milano e Napoli per le amministrative. In agenda anche la riforma costituzionale della giustizia e quella relativa ai poteri dello Stato.
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L'aveva già fatto trapelare a poche ore dal voto sulla prescrizione breve: «È solo la prima tappa...». Ieri Silvio Berlusconi ha confermato che la «guerra» continua. «Ora è chiaro a tutti che abbiamo una maggioranza... bene, usiamola!», dice con toni gladiatori ai capigruppo di Pdl, Lega e responsabili convocati a Palazzo Grazioli per un pranzo di lavoro. I fronti da cui ripartire «subito» sono tre: il rilancio del ddl intercettazioni, che Maurizio Paniz dà per approvato già entro l’estate e non nella forma "annacquata" cui si era giunti dopo le mediazioni con i finiani, la riforma costituzionale della giustizia (incardinata l’altroieri a Montecitorio) e la riforma della Carta nella parte che riguarda i poteri dello Stato, il cui iter sarà forse affidato a palazzo Madama. Al tavolo ci sono anche i coordinatori azzurri La Russa e Verdini, il legale del premier Ghedini, il vicepresidente della Camera Lupi. E, soprattutto, il Luciano Sardelli di Iniziativa Responsabile, che all’uscita sarà il più prolifico di indiscrezioni. Una delle quali è molto interessata: «La settimana prossima il premier farà il rimpasto, chiuderà la pratica». Da tempo si parla di tre viceministri e una decina di sottosegretari da inserire in squadra. Ma tra azzurri e leghisti regna la prudenza: la sensazione è che il premier cercherà di tenere a freno la questione fino alle amministrative, perché, dicono in Transatlantico, «gli scontenti si pesano». Ovvero: chi resta senza poltrona potrebbe rivalersi sottraendo voti nelle città-chiave in cui si vota a maggio. L’altra soffiata passata da Sardelli ai cronisti è quella per cui sarebbe imminente il passaggio di sei deputati (due già lo hanno annunciato, sono i libdem Melchiorre e Tanoni) nelle fila della maggioranza, di cui uno proveniente da Fli. Sarebbero i sei dell’opposizione che mercoledì, nell’unica votazione segreta sul processo breve, hanno sostenuto l’esecutivo.La tornata elettorale ruba buona parte del pranzo. Non a caso una delle decisioni prese è quella di organizzare due manifestazioni a ridosso del voto, una a Milano e una a Napoli, entrambe date a rischio dai sondaggi. In tutti e due i casi il premier sarà la star, e la macchina del partito si è già attivata. Poco prima del pranzo di lavoro Berlusconi aveva inoltre ricevuto il presidente calabrese Giuseppe Scopelliti, con il quale ha fatto il quadro delle candidature in regione. Un summit che ha confermato l’investitura di Dorina Bianchi (Udc) come candidato a sindaco di Crotone.La priorità del premier, però, è cavalcare l’onda del voto sulla prescrizione breve. Si dice convinto che su intercettazioni (ieri anche l’ex Idv Scilipoti ha presentato un suo testo, molto restrittivo) e riforma costituzionale della giustizia (quella con doppio Csm e separazione delle carriere) possano convergere altri pezzi delle opposizioni. «Quando parlo di tutelare la privacy ovunque ricevo standing ovation...», confida il Cavaliere. Senza dimenticare che ci sono altre cavalli in scuderia, in particolare la responsabilità civile dei giudici alla Camera e l’"allunga-processi" al Senato (la norma che renderebbe ammissibili tutti i testi chiesti dalla difesa e inutilizzabili come prova le sentenze passate in giudicato in altri procedimenti).Ma per chiudere il cerchio, dice il premier, serve la «riforma dell’assetto istituzionale». Ieri ha dato mandato di aprire il nuovo fronte: «Riequilibrio» (a favore dell’esecutivo) dei poteri tra governo, Parlamento, Colle e Consulta, bicameralismo imperfetto, riduzione dei parlamentari. Una «rivoluzione» che sembra scalzare tre le priorità la riforma fiscale, impantanata, dicono i suoi, dalla carenza di risorse.
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