giovedì 28 maggio 2009
Franceschini: fareste educare i vostri ragazzi dal premier? Replica indignata di tutti i figli di Berlusconi: Franceschini si vergogni, papà ci ha dato i valori.
COMMENTA E CONDIVIDI
Aveva preferito soprassedere sulla vicenda privata di Noemi, ma – con il voto che si avvicina – ieri Dario Franceschini è andato giù pesante contro il suo avversario: «Fareste educare i vostri figli a un uomo come Silvio Berlusconi?». La domanda rimbalza e di ora in ora diventa sempre più delicata. Tanto che a sera, dopo le proteste dei figli del premier, il segretario del Pd fa un passo indietro e spiega di essere stato «male interpretato». E in particolare non intendeva coinvolgere i figli di Berlusconi.Ma con le europee alle porte, i toni della campagna elettorale si accendono e le recenti vicende che hanno coinvolto il premier – dal caso-Noemi al caso-Mills – sono argomento utile per le opposizioni. Sul secondo punto, ieri Antonio Di Pietro è stato costretto per mancanza di numeri a ritirare la mozione di sfiducia, mentre resta in  piedi quella del Pd, che chiede a Berlusconi di rinunciare al lodo Alfano. Ma, dopo lo scontro pubblico tra il premier e la moglie Veronica Lario e la vicenda della diciottenne di Portici, il segretario democratico coglie l’occasione per stigmatizzare il comportamento del capo del governo.«Io credo – spiega Franceschini – che chi guida un Paese abbia il dovere di dare il buon esempio, abbia il dovere di trasmettere valori soprattutto positivi: tutto qui, è molto semplice». Ma non per questo, mette le mani avanti il leader piddì, i democratici intendono strumentalizzare le questioni private berlusconiane: «Berlusconi è un politico e un imprenditore di successo – spiega ancora il segretario democratico –, piace perché è ricco, è furbo, è potente».Il ragionamento di Franceschini, però, oltrepassa le mura domestiche della famiglia Berlusconi e alle repliche dei figli del premier, il leader pd ritiene opportuno smorzare i toni: «Ho visto la reazione indignata di Pier Silvio Berlusconi e mi dispiace che abbia male interpretato le mie parole – spiega a fine giornata –. Se le riascolta vedrà che non ho mai espresso, né lo farò, alcun giudizio su di lui e la sua famiglia. Ho parlato di valori che un uomo pubblico deve trasmettere al Paese».La reazione dei Berlusconi. Insorge il Pdl a condannare le parole del segretario del Pd Dario Franceschini, che ieri ha chiesto agli italiani se fareb­bero educare i figli da Berlusco­ni. Dai banchi del governo, il sot­tosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti invoca scuse formali. E a sorpresa si fan­no sentire i solitamente riservati figli del premier – dapprima Pier Silvio e Marina, poi anche i tre a­vuti dalla seconda moglie Vero­nica Lario, Barbara Eleonora e Luigi, a segnalare che la misura è colma sul 'caso Noemi' e din­torni. Il premier, intanto, dopo la contestazione di San Siro, riap­pare in uno stadio, l’Olimpico e si accomoda in tribuna d’onore, tra Re Juan Carlos di Spagna e il premier iberico Zapatero. Per il primogenito Pier Silvio quella di Franceschini è una bat­tuta di «pessimo gusto», che for­se non andrebbe presa sul serio. «Ma anche alla campagna elet­torale c’è un limite», è sbottato il rampollo del Cavaliere. Si asso­cia Marina, presi­dente di Mediaset e Mondadori, che chiede all’esponen­te dell’opposizone di «vergognarsi». Poi dapprima Luigi si dice «orgoglioso» dell’educazione ri­cevuta. Poi lui Eleo­nora e Barbara sot­tolineano come po­litica e vita familia­re del premier sono piani diversi che non dovrebbero es­sere mai sovrappo­sti. E dicono di «es­sere stati cresciuti ed educati in un ambiente famiglia- re equilibrato e ricco di valori». Tra i quali soprattutto il rispetto che Franceschini in quest’occa­sione non avrebbe avuto. Notazione simile ma non 'per fatto personale', bensì coniuga­ta in chiave politica, arriva da Bo­naiuti, che rivendica il «rispetto» per l’avversario come «fonda­mento della democrazia» e sol­lecita scuse formali per la «bat­tuta infelice e pesante». Da rivol­gere non solo al Cavaliere, ma an­che ai suoi figli e a tutti gli italia­ni. Condivide il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, per il quale è stato superato«il limite della decenza». È la punta di un iceberg che si sol­leva contro la dichiarazione del leader del principale partito di opposizione. Che «evidente­mente non ha proprio più nulla da dire al Paese» e si affida a «squallide prurigini», rincara la dose il vicecapogruppo Pdl al Se­nato Gaetano Quagliariello. Il quale a Franceschini oppone un fatto compiuto, al quale rasse­gnarsi: «La sovranità del popolo si è già espressa, chiedendo a Ber­lusconi e al centrodestra di gui­dare l’Italia intera per cinque an­ni ». Ma quella dell’esponente di Palazzo Madama è una delle più caute risposte. Sono volate, in­fatti, parole ben più grosse. «Pu­ra barbarie», chiosa lapidario del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Il portavoce del Pdl Da­niele Capezzone parla senza mezzi termini di «campagna in­fame », che vuole alimentare un «clima di odio e violenza» contro il premier. Il senatore Francesco Casoli (Pdl) prende a prestito un termine dispregiativo coniato da Leonardo Sciascia, il celebre 'quaquaraquà', e lo affibbia a Franceschini, visto lo «squallore immorale» di una campagna «farcita solo da insulti gratuiti e basse insinuazioni». Modo di fa­re «becero e indegno» per il coor­dinatore del partito Denis Verdi­ni, che definisce il collega del Pd «poco onorevole», perché vuole «incendiare» il Paese con «calun­nie, veleni e dosi d’odio insop­portabili ». Milioni di voti, dice si­curo, daranno modo al premier di «seppellire questa indecente campagna diffamatoria». Infine, il vicepresidente dei deputati O­svaldo Napoli definisce il leader Pd un «bullo non più giovane» e Isabella Bertolini sottolinea co­me dall’opposizione non arriva «una proposta politica».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: