martedì 26 maggio 2015
Rossi super favorito, con il centrodestra diviso in 3 filoni. Bubbone sanità: il sistema non regge più.
INTERVISTA Costalli (Mcl): «Rossi vincerà, ma ora servono i fatti» Arturo Celletti
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Nella regione di Matteo Renzi si vive più a lungo, si vede che di 'rottamazione' gli anziani proprio non vogliono sentir parlare. Chi nasce oggi in Toscana, oltre al privilegio di avere un corregionale a Palazzo Chigi, si ritrova ad avere un’aspettativa di vita tra le più alte d’Italia: 85 anni per una donna, 80 per un uomo. Sarà l’aria buona, sarà la ben nota tendenza dei toscani a buttarla sul ridere, ad alleviare il peso dell’esistenza. Ma l’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, difende con questi dati un modello fra i più costosi d’Italia e che rischia di non tenere più. Al punto che il presidente uscente Enrico Rossi vuole tagliare le Asl, dalle 16 attuali a sole 3. LA REGIONE «ROSSI» Matteo Renzi ora si accontenta. Dal 7 a 0 evocato in Veneto («Non voglio perdere nemmeno una Regione »), eccolo scendere a più miti consigli nel giro di pochi giorni. «Se fosse 4 a 3 sempre vittoria sarebbe», dice ora. Ma di certo una Regione saldamente in pugno, per il premier, è proprio la 'sua' Toscana. Regione 'rossa' da sempre, ci si è messo anche l’autolesionismo del centrodestra (spaccato in tre filoni) a chiudere virtualmente i conti. Non che manchino, nel Pd, le stesse divisioni del resto d’Italia. Ma in Toscana è stato trovato un discreto modus vivendi. Un’invenzione, si potrebbe dire - trattandosi dell’ex sindaco di Vinci, il deputato Dario Parrini. fedelissimo di Renzi: a lui è stato affidato il partito, a bilanciare la riconferma di Enrico Rossi, espressione degli assetti precedenti, da Bersani a D’Alema. «E la rottura sancita con Sel, che va da sola, lo rende l’unico interlocutore per l’elettorato di governo », nota Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex senatore, pisano. La 'sinistra-sinistra' infatti sostiene in Toscana Tommaso Fattori, candidato della lista 'Sì Toscana a sinistra', che non pare in grado di provocare erosioni significative come in Liguria. Area popolare - restando nella maggioranza di governo - sostiene Gianni Lamioni, candidato della lista Passione Toscana, espressione di Ncd e Udc. Ma la scelta del consigliere uscente Marco Carraresi, dell’Udc, di candidarsi con Popolo Toscano (alleato del Pd) anticipa già gli scenari in caso di ballottaggio. Dovendo scegliere, infatti, Ap potrebbe trovarsi nell’imbarazzante condizione di dover optare fra M5S, il candidato leghista, o il più rassicurante Rossi, espressione pur sempre di un partito alleato di governo. Ma Rossi - stando agli ultimi sondaggi divulgabili - continua a ritenere a portata di mano l’obiettivo di farcela al primo turno, superando la soglia del 40 per cento previsto dalla legge elettorale regionale. CENTRODESTRA DIVISO IN TRE Il centrodestra è dilaniato in mille rivoli. Divisa Ap, per Forza Italia va anche peggio. La contesa fra il plenipotenziario locale Denis Verdini - accusato di 'intelligenza col nemico' renziano - e l’emissaria di Arcore Deborah Bergamini si è conclusa a vantaggio di quest’ultima con la candidatura dell’ex (molto ex) verdiniano Stefano Mugnai. Ma in campo nel centrodestra c’è anche Claudio Borghi, candidato di Lega e Fratelli d’Italia, con buone possibilità di sopravanzare una Forza Italia dilaniata: alla fronda verdiniana va aggiunto l’uscita dal partito dell’ex sindaco di Fivizzano (Massa Carrara) Sandro Bondi. In tutto sono 7 candidati presidente e 10 liste. Completano il quadro Gabriele Chiurli, per Democrazia Diretta, e Giacomo Giannarelli, di M5S. Considerato il più accreditato per la seconda piazza nel caso - ancora possibile - di ballottaggio. CONSIGLIO E SANITÀ, LA CURA DIMAGRANTE Nel nuovo Consiglio regionale gli eletti saranno 40, 15 in meno rispetto a 5 anni fa. Ma i tagli più corposi Rossi li promette sulla sanità, in base alla legge regionale approvata a marzo, sulla quale M5S ha indetto un referendum abrogativo. «Ma il bubbone della sanità toscana non si corregge con una passata di vernice», dice Stefania Fuscagni, di Fi, ex portavoce dell’opposizione, che ha rinunciato a ricandidarsi. «La sanità - ricorda - da sola assorbe l’80 per cento della spesa regionale, un modello mastodontico di controllo del consenso, che al tempo stesso persegue modelli ben precisi ». Fra i fiori all’occhiello che vanta, Rossi, l’aver dato il via per prima alla fecondazione eterologa, con l’in- serimento nei livelli essenziali di assistenza. ROMA E POGGIBONSI Un’ora, poco più, e coi potenti mezzi dell’Alta velocità da Firenze sei a Roma, ancor meno ci vuole per Bologna. Ma di più, molto di più - lo sanno bene i toscani - serve per arrivare a Poggibonsi, e anche il raddoppio dell’Aurelia prospettato dall’ex ministro Altero Matteoli, da sindaco di Orbetello, resta solo un progetto. Rossi, irritato dai disservizi sulle tratte dei pendolari, ha deciso di non rinnovare il contratto di servizio con Trenitalia. Altra grana, infine, la formazione: «Altro sistema di controllo capillare del consenso - denuncia Fuscagni E c’è voluto tutto il nostro impegno per ridurre gli enti impegnati da 740 a 490». Mentre la disoccupazione resta inchiodata oltre il 10 per cento e la ripresa stenta a decollare, nella Toscana di Renzi.
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