mercoledì 19 aprile 2023
Oggi l’esame dell’Aula per l’esecutivo. Il commissario Valenti a Lampedusa: si cercano navi aggiuntive per alleggerire la pressione sull’hotspot dell’isola
La segretaria del Pd, Elly Schlein, in piazza il 18 aprile durante le proteste del Tavolo Asilo contro le misure del governo in materia di migrazione

La segretaria del Pd, Elly Schlein, in piazza il 18 aprile durante le proteste del Tavolo Asilo contro le misure del governo in materia di migrazione - ANSA

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Dopo il primo “muro contro muro” in commissione, a colpi di emendamenti fra maggioranza e opposizione, il braccio di ferro sul cosiddetto decreto Cutro avverrà in Aula. Alla fine, come previsto, il testo vi è approdato senza relatore e nella versione non emendata, pubblicata in Gazzetta ufficiale a marzo, con 11 articoli. A fronte dei 350 emendamenti annunciati dalle opposizioni, la commissione Affari costituzionali non è riuscita a terminare il lavoro e quindi il provvedimento è passato al vaglio dell’Assemblea. Ma per il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, «non ci sarà la fiducia. Per ora ci sono i nostri emendamenti e mi auguro si possa trovare una quadra. La protezione speciale va abolita».

La Lega pressa gli alleati. In un vertice serale di maggioranza, si è cercata ancora l’intesa, con esiti che saranno più chiari stamani. La Lega potrebbe non ripresentare tutti i 21 emendamenti, ma insiste su una formulazione delle modifiche che riportino al decreto sicurezza Salvini del 2018. Mentre Fdi e Forza Italia, e buona parte dell’esecutivo, preferirebbero una versione soft, che si limiti ad alcune restrinzioni, come la mancata conversione della protezione speciale in permessi di lavoro e limitazioni ai permessi per cure mediche o calamità naturali. Nessuna conferma ufficiale, ma c’è chi confida che a Palazzo Chigi si punti a portare a casa una conversione del decreto che non incorra poi nei rilievi del Quirinale. A tarda sera, fonti parlamentari riferivano di una nuova versione dell’emendamento del governo (con ritocchi tecnici del ministero della Giustizia) per integrare l’articolo 7 del decreto, in materia di ricorsi delle richieste di permessi speciali presentate entro il 31 dicembre 2021. Ma, viste le 24 ore in più concesse ieri dalla capigruppo, nella notte altre modifiche potrebbero essere messe nero su bianco. Dentro Fdi e Fi c’è chi assicura che la coalizione resterà coesa, al punto da riproporre in blocco gli emendamenti depositati in commissione, sottoscritti insieme, con ogni gruppo che firmerà le modifiche degli altri.

La mossa delle opposizioni. Dal canto loro, i partiti di opposizione ripropongono la tattica della valanga di emendamenti adottata in commissione: il Pd, ad esempio, ha già toccato quota 98 (aggiungendone altri 59 ai 39 precedenti); Avs ne ha preparati 23. Un ostruzionismo “classico”, basato sul far allungare il tempo di esame del testo, visto che i numeri sono dalla parte della maggioranza (che sulla carta conta su almeno 115 senatori). Ieri a tarda sera si è chiuso il termine per deposittare gli emendamenti. Oggi e domani i lavori in Aula dovrebbero andare avanti a oltranza, fino al voto. Poi il testo passerà alla Camera, che dovrà esaminarlo entro il 9 maggio (quando scadranno i 60 giorni di efficacia del decreto legge).

In piazza contro il decreto. In diverse città italiane, da Roma fino a Crotone, si sono tenute iniziative contro la linea dell’esecutivo. «Il governo dice solo bugie sull’immigrazione, sulla protezione speciale, sui rimpatri», hanno lamentato nella Capitale centinaia di manifestanti, a due passi da Piazza Venezia. Al sit-in, organizzato dal Tavolo per l’Asilo, ha aderito un arco di associazioni che va dalle Acli a Emergency fino alla Cgil, accanto a diversi esponenti politici. Fra loro, la segretaria del Pd Elly Schlein: «Il decreto riesce a smantellare il sistema di accoglienza diffusa in modo più violento di quanto non avessero fatto i decreti sicurezza - ha detto -. Noi ci stiamo opponendo, ci sono criticità notevoli, come il far saltare la protezione speciale che, nonostante le bugie di Giorgia Meloni, esiste in almeno 18 Paesi europei». Per Nicola Fratoianni (Avs), «questo governo continua ad alimentare una narrazione tossica». Mentre il segretario della Cgil Maurizio Landini, ritiene «vergognoso che si utilizzi una tragedia come quella di Cutro per introdurre ulteriori leggi sbagliate».

Valenti a Lampedusa. Il neo commissario di governo Valerio Valenti, incaricato di gestire lo «stato di emergenza», ieri è stato in missione a Lampedusa, nel cui hot spot si trovano 540 migranti a fronte di 400 posti disponibili. Valenti è alla ricerca di «navi aggiuntive per alleggerire rapidamente l’isola in occasione si sbarchi ravvicinati». E ha intenzione di affidare la gestione del centro alla Croce Rossa.

I dati. Nel 2023, su 19mila decisioni adottate finora dalle Commissioni territoriali sulle domande d’asilo, il 20% è stato di riconoscimento della protezione speciale, il 17% di riconoscimento di quella internazionale e il 63% di diniego. In questi 3 mesi e mezzo, la protezione speciale è stata finora accordata in Italia a 3.800 richiedenti. Nel 2022 a 10.865. Quale sarà la loro sorte, se verrà cancellata?

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