venerdì 24 novembre 2023
Il ministero della Cultura nel 2022 bocciò la richiesta di finanziamento per la pellicola, oggi record di incassi. E c'è chi vuole farne un caso politico. Mic: Sangiuliano non era ancora ministro
Una scena del film "C'è ancora domani"

Una scena del film "C'è ancora domani" - Ansa

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Una sorpresa dietro l’altra. Sì perché il film che incorona come regista Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, porta con sé la sorpresa di non essere stato “promosso” dal ministero. Anche se adesso dal dicastero della Cultura, visto il successo della pellicola, ci si affretta a sottolineare che all’epoca della mancata assegnazione dei fondi a “C’è ancora domani”, a sedere sulla poltrona più alta non c’era l’attuale ministro Gennaro Sangiuliano. Ma al di là di chi sia la responsabilità di questa scelta, è un no che brucia. E tanto. Ma non per la bagarre politica fine a se stessa e del festival dei distinguo che si è innescato. Brucia, e tanto, in senso più “alto”. Non solo al genere femminile, ma all’Italia intera in queste settimane impegnata tra l’altro in una straordinaria mobilitazione contro la violenza sulle donne e la condizione femminile nel nostro Paese, oggi come nel 1946 quando è ambientato il film in bianco e nero. E sulla necessità che a casa, come nelle scuole, si insegni la cultura del rispetto dell’altro. Di qualsiasi sesso sia.

Campione di incassi con oltre 20 milioni di euro, al terzo posto nella classifica dell’anno dietro “Barbie” e “Oppenheimer”, l’opera prima di Paola Cortellesi regista continua a macinare infatti grandi risultati, attestandosi momentaneamente al 49esimo posto nella classifica assoluta dei maggiori incassi della storia italiana. Ed è di ieri anche la notizia che i diritti della pellicola sono già stati acquistati in 18 Paesi stranieri. Un risultato, per stessa ammissione della regista-protagonista, inaspettato e che va oltre le più rosee previsioni, per questo è altrettanto inaspettato che il ministero della Cultura abbia negato nel 2022 i finanziamenti al film in quanto «opera di scarso valore».

Il presidente di Umbria Film Commission, Alberto Pasquale, in un post polemico e ironico su Facebook ieri aveva parlato proprio della «lungimiranza» con cui venivano assegnati i fondi dalla commissione ministeriale (composta da 5 uomini e 5 donne). Il progetto della Cortellesi, secondo il suo racconto, si era classificato al 51mo posto – ossia l’ultimo – in quanto «Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale». E chi ha voluto dare a questo giudizio una chiara presa di posizione politica, oggi è stato smentito.

«La decisione della commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la Commissione, non era Gennaro Sangiuliano che ha giurato il 22 ottobre 2022», la precisazione del dicastero della Cultura, aggiungendo che «le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema». In più, l’ulteriore chiarimento del ministro Sangiuliano, «il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l'intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione».

In altri termini, il dito dovrebbe essere puntato contro il predecessore, il dem Dario Franceschini che ora mette le mani avanti e anzi sposa in pieno il messaggio del film “C’è ancora domani”. «Ho trovato splendido il film di Paola Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l'autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise – la sua precisazione - Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo». Inoltre, l’ex ministo oggi senatore Pd si dice orgoglioso che «grazie al meccanismo automatico del tax Credit introdotto dalla nuova legge sul cinema il film di Paola Cortellesi sia stato realizzato anche grazie a un contributo del ministero di oltre 3 milioni di euro».

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