sabato 22 ottobre 2022
Esiste anche in Francia. Il termine fu coniato nel 1996 da 'Via Campesina', una organizzazione di agricoltori, formata da 182 organizzazioni in 81 paesi. Slow Food: non è autarchia
Il nuovo dicastero della "sovranità alimentare": cos'è e cosa significa

Archivio Ansa

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Nuovo governo, nuovo lessico per marcarne gli intenti. Arriva così il concetto di Sovranità alimentare, a rappresentare la nuova identità del ministero delle Politiche agricole, ribattezzato Dicastero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare. Denominazione che dovrà essere comunque formalizzata.

La definizione non è inedita: è la stessa dell'omologo ministero francese, guidato da Marc Fesneau. Questo non ha impedito a molti di ironizzare sui social per la scelta di una terminologia da parte del nuovo esecutivo che suona sovranista.

Il concetto di sovranità alimentare affonda radici in tempi lontani. Il termine fu coniato nel 1996 da 'Via Campesina' una vasta organizzazione internazionale di agricoltori, formata da 182 organizzazioni in 81 paesi.

Successivamente fu ripreso nei documenti e nelle politiche di molti Paesi e organizzazioni del settore, dall'America Latina al Canada, alle Nazioni Unite e alla Fao.

In un documento del governo del Quebec, la regione francofona del Canada, datato 2013, la sovranità alimentare veniva indicata al primo posto, con l'obiettivo di mettere al centro la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone e non la massimizzazione del profitto economico, incoraggiare lo sviluppo delle realtà locali ed eliminare gli sprechi.

Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, il concetto di "sovranità alimentare" non è sinonimo di autarchia: "È il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici - spiega - è un concetto ampio e complesso che sancisce l'importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell'uso delle risorse in un'ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni". Ed è anche "un concetto quanto mai attuale oggi: non a caso Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo in grado di combattere lo spreco alimentare".

La sovranità alimentare va di pari passo con tutte le battaglie del nostro governo in seno all'Europa a tutela delle produzioni nazionali di alto livello, con le Dop e le Igp, come quelle contro il Nutriscore, il Prosek, e l'aceto balsamico sloveno, l'arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali che penalizzano il Made in Italy.

Ieri il neo ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato, riguardo al nuovo ministero della Sovranità alimentare: "Non è inedito ce l'hanno anche in Francia e sono quelli che hanno difeso meglio i loro prodotti, quindi riteniamo sia completamente in linea con la vocazione che avremo anche noi, difendere i nostri prodotti". Tre settimane fa, sempre Lollobrigida, in visita al Villaggio Coldiretti a Milano, affermava: "Il made in Italy è la vetrina dei prodotti migliori che abbiamo nella nostra Nazione e che dobbiamo difendere. In questi anni, purtroppo, non abbiamo avuto condizioni di favore".

I motivi di questa scelta politica, nei fatti, li riassume il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all'intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall'estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità".

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