domenica 25 luglio 2021
Solidarietà da tutta Italia all'insegnante di Serravalle d'Asti, ideatore del progetto "Bimbisvegli"
La scuola di Serravalle

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Si allarga il fronte della solidarietà al maestro Giampiero Monaca, ideatore del metodo didattico “Bimbisvegli”, in sciopero della fame dal 6 giugno. Monaca chiede il riconoscimento ufficiale del suo progetto didattico basato sull’attività all’aperto e un’educazione alla cittadinanza attiva che, dal 2019, è scomparso dai documenti e non è più stato inserito tra i progetti scolastici approvati dal collegio docenti del circolo in cui presta servizio, nella piccola scuola primaria “Piero Donna” di Serravalle d’Asti. «Ho scelto di digiunare, per rimarcare il diritto a esistere in modo dignitoso e formalmente tutelato del progetto “Bimbisvegli” – spiega Monaca –. Un metodo che mira al benessere dell’infanzia e alla promozione del diritto per i piccoli ad assumere il proprio ruolo di giovani cittadini attivi, che apprendono per comprendere e rendere il mondo più bello e giusto per tutti. La nostra è una scuola felice». All’insegnante piemontese sono arrivati attestati di solidarietà e stima da tutta Italia.

«Vorrei esprimere la mia totale solidarietà al maestro Monaca – ha detto in un videomessaggio il missionario comboniano, padre Alex Zanotelli –. Totale solidarietà perché è un maestro come don Milani: il suo metodo di fare scuola in maniera molto semplice, all’aperto, facendo sedere i ragazzi insieme, tutt’attorno in cerchio, assomiglia molto alla pedagogia di don Milani, della scuola di Barbiana. Assomiglia al metodo di Freire. È un metodo pedagogico democratico che ha procurato tante difficoltà a Giampiero, prima ad Asti e poi esiliato: come Don Milani esiliato a Barbiana, Giampiero Monaca è stato esiliato a Serravalle, una piccolissima frazione dove sta portando avanti questo tipo di scuola, appoggiato dai genitori. Adesso è sotto il tiro dell’autorità, minacciato anche di sanzioni disciplinari».

«Trovo tutto questo assurdo – prosegue il padre comboniano –. Dovrebbe essere la scuola pubblica, la scuola di Stato, a imparare che forse è più vicino a quello che la Costituzione vuole il metodo di Monaca e non quello che abbiamo nelle scuole ufficiali che sono diventate purtroppo delle aule dove prepariamo i ragazzi a diventare rotelline di un sistema: un sistema che ci sta portando alla morte». Nelle ultime settimane circa 50 persone, a partire da Giuseppe Paschetto di “Fridays for School” e finalista del Global Teacher Prize 2019, si sono unite a Monaca in un digiuno “a staffetta” sotto lo slogan “Ci metto la pancia”. A sostegno del maestro si sono espressi anche l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, i consiglieri comunali della minoranza di Asti, la consigliera regionale del Piemonte Francesca Frediani, il parlamentare Federico Fornaro, la senatrice Bianca Laura Granato, diversi genitori degli allievi della scuola “Piero Donna”.

Sul tema è intervenuta recentemente l’Associazione docenti e dirigenti scolastici Italiani (Adi): «Confidiamo che si possa trovare il modo di sostenere questa esperienza di scuola, peraltro presente in forme diverse in parecchie scuole su tutto il territorio nazionale (scuola senza muri, A scuola senza zaino, e molte altre), anche attraverso forme di coordinamento », hanno scritto la presidente nazionale Alessandra Cenerini e quella del Piemonte Susanna Tittonel in una lettera indirizzata al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Interpellata, la dirigente scolastica Graziella Ventimiglia ha spiegato che la vicenda sarà trattata con gli Uffici scolastici provinciale e regionale.

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