domenica 17 luglio 2022
Parla il presidente nazionale, Domenico Giani: «Non abbiamo mai smesso di aiutare ma i rimborsi inadeguati per carburante ed energia non ci consentono più di proseguire; dalle istituzioni silenzio»
Domenico Giani presidente delle Misericordie

Domenico Giani presidente delle Misericordie - Imagoeconomica

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Volontariato, sentenza Ue fa chiarezza. Le Misericordie esprimono «soddisfazione» per la sentenza della Corte di giustizia europea del 7 luglio, sul trasporto sanitario. Per la Corte «nulla osta alla normativa nazionale che prevede che servizi di trasporto sanitario di urgenza ed emergenza possano essere attribuiti mediante convenzione, in via prioritaria, solo a organizzazioni di volontariato e non a cooperative sociali che possono distribuire ai soci ristorni» delle attività.

«L’altra notte, in un piccolo comune del Centro Italia, un marito violento è rientrato a casa ubriaco. Ha picchiato la moglie davanti ai bambini. Due ore dopo la signora era in una nostra struttura protetta con i suoi figli. Il giorno prima, in Sicilia, abbiamo evitato che un padre disperato si rivolgesse agli usurai, predisponendo per lui un credito da restituire a rate e senza interessi. Sono solo due esempi delle migliaia che le potrei raccontare e che dicono del nostro modo di fare volontariato al servizio dei fragili. Eppure le istituzioni pare non si accorgano di tutto questo. Non sarà così, ma sembra quasi che per loro, se esistiamo o meno, fa poca differenza».

Nella sua lunga carriera al servizio delle istituzioni italiane e vaticane, Domenico Giani (tra gli altri incarichi è stato comandante della Gendarmeria vaticana), oggi presidente delle Misericordie d’Italia, non ha mai ceduto all’istinto, facendo prevalere sempre il rispetto e il dialogo. Ma di fronte agli appelli, «praticamente caduti nel vuoto», lanciati da circa un mese a Governo e Re- gioni, per contrastare l’aumento dei costi di carburante ed energia che mette a rischio l’erogazione di servizi essenziali delle Misericordie, delle Pubbliche assistenze e della Croce rossa –, fra tutti quello delle ambulanze, che operano 24 ore su 24 spesso in contesti difficili, da «ultimo avamposto» – «non si può non alzare la voce e reclamare attenzione».

Quanto è grave la situazione?

Le basta se le dico che ci sono volontari che, oltre a offrire tempo libero, notti e festività, per servire nelle ambulanze, sono ormai costretti anche a pagare di tasca propria la benzina o la bolletta della luce della sede dell’associazione?

Il problema è principalmente quello dei rimborsi, dunque. Perché si è arrivati a questo punto?

Le organizzazioni di volontariato non hanno mai cessato di servire sofferenti e poveri, anche in questi due anni difficilissimi. Ma l’arrivo della pandemia non ha cancellato gli altri servizi: come l’accompagnamento quotidiano di anziani o bambini disabili che devono eseguire visite o terapie, o raggiungere centri di formazione o istruzione; o come l’aiuto offerto dal servizio Hope - House of people alle persone vulnerabili. Oggi, con la situazione aggravata dalla guerra in Ucraina, avvertiamo il silenzio delle istituzioni: dal 2015 i nostri rimborsi sono stati ricalcolati solo in base alle variazioni Istat, impercettibili se paragonati all’andamento dell’inflazione. I costi per ambulanze e mezzi che utilizziamo ogni giorno per il volontariato sanitario – carburante, riparazioni, nuovi dispositivi di protezione obbligatori nella pandemia, o il cambio veicoli una volta ogni 5 anni – sono insostenibili. Ma non sono gli unici.

Ci aiuti a capire di più.

Le cito un altro esempio: sulle divise dei nostri operatori sono previste per legge delle pellicole per garantire l’alta visibilità, utilissime per esempio quando gli stessi sono impegnati in interventi notturni e sono sulle strade. Ebbene, l’incremento di questi dispositivi è stato del 370%. Ho letto che i gestori dei campi da golf si lamentano dei costi dell’elettricità per pompare l’acqua nei campi. Cosa dovremmo dire noi che non ci occupiamo di giocatori ma di sofferenti che implorano aiuto?

Cosa si può fare, immediatamente, per sostenervi?

Torno al costo del carburante. Non vuole essere una polemica ma, con tutto il rispetto per il prezioso e fondamentale lavoro degli agricoltori, la benzina agricola costa 0,98 centesimi di euro al litro; noi la paghiamo 2,21. Le sembra che soccorrere un moribondo sia meno importante del lavoro nei campi?

Su alcuni servizi di volontariato sanitario, si è recentemente pronunciata la Corte di giustizia europea, accreditandovene la titolarità. Ce n’era bisogno?

Sì, perché la Corte ha risposto a tentativi di gruppi, lobby, anche di Parlamenti, di prevedere l’attribuzione di questi servizi pure a privati. Ma noi riteniamo che nel segmento del trasporto di emergenza, debba prevalere il valore umano rispetto a quello professionale. Grazie alla peculiarità del volontariato, e al fondamento cristiano su cui poggia la nostra storia, questi servizi devono erogare valori di fraternità non fatture da pagare. E quindi, come ha deciso la Corte, non devono essere soggetti ad una gara di appalto, dove l’elemento fondante è il massimo ribasso, con tutte le storture che ne derivano...

Che cosa farete adesso?

Dalle epidemie del 1200 a quella da Sars-CoV-2, fino alla presa in carico di un orfanotrofio in Ucraina, non abbiamo mai smesso di essere realtà di prossimità, vicinanza, aiuto. Sono stati '8 secoli di sconfinata carità'. Oggi siamo un’organizzazione che conta più di 700mila aderenti, con oltre 100.000 volontari attivi da Lampedusa e Pantelleria all’estremo Nord. Se a questi si aggiungono le Pubbliche assistenze e la Croce rossa diventiamo un esercito di volontari che offre allo Stato un singolare Prodotto interno lordo semplicemente incalcolabile. Ma tanti di noi, ora, sono pronti a presentarsi ai prefetti restituendo simbolicamente le chiavi di sedi e mezzi. Non è il nostro stile ma evidentemente non ci sono più margini per proseguire. Non siamo gente che protesta, il nostro modello è il samaritano, ma adesso anche l’inossidabile convincimento di andare avanti, frutto di quei sentimenti che gli italiani si tramandano per patrimonio genetico, vacillano. Mi chiedo: se questo silenzio assordante delle istituzioni non verrà rotto, chi penserà ai fragili? Chi si occuperà dei poveri per i quali noi ci spendiamo tutti i giorni?


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