giovedì 16 marzo 2023
Dopo la secca bocciatura dei sindacati, la legge-delega passa il vaglio delle associazioni datoriali, anche se Confindustria resta prudente Meloni: fondamentale per il rilancio economico
C’è il via libera delle imprese, oggi il Cdm

ANSA

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Giorgia Meloni suona la carica in vista dell’approdo della legge delega sul Fisco nel Cdm odierno e ieri, mentre alla Camera era ancora in corso un impegnativo question time, ha affidato ai social l’auspicio del cambiamento immaginato dall’esecutivo: «Il governo rivendica con orgoglio le scelte fatte finora, sempre in difesa dell’interesse italiano. Domani (oggi per chi legge, ndr) in Consiglio dei ministri importanti novità a sostegno di cittadini, famiglie e imprese: una rivoluzione fiscale che garantisca meno tasse, più crescita, equità e che getti le basi per un nuovo rapporto di fiducia tra Fisco e contribuente. Avanti a testa alta».

L’incontro con le imprese è stato un viatico in vista della riunione odierna di Palazzo Chigi , che ora può concentrarsi su «una delle priorità alle quali il governo lavora – come spiegato in Aula dalla stessa presidente del Consiglio –. Siamo convinti che questo sia un fattore fondamentale per il rilancio delle nostra economia. La riforma è basata su tre principi cardine – ha incalzato –: riduzione della pressione fiscale, un nuovo rapporto non vessatorio ma paritetico tra Stato e contribuente e reale lotta all’evasione». In più, lo slogan «più assumi meno paghi».

Insomma, la «rivoluzione» annunciata può avere inizio anche e soprattutto dopo la “benedizione” dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali. Altro tavolo, altro clima, decisamente più disteso di quello calato martedì sul vertice con i sindacati, che continuano a minacciare una mobilitazione generale. Anche se non è sfuggito il silenzio, dopo l’incontro, di Confindustria.

Scontato, visti i commenti dei giorni precedenti, il parere positivo dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, che al titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al vice Maurizio Leo e al sottosegretario Alfredo Mantovano (stessa squadra che ha “affrontato” i sindacati martedì), hanno dato il loro placet a «una riforma organica e completa» fornendo «importanti e concreti contributi al dibattito», come si legge in una di Palazzo Chigi. L’esecutivo ha poi ribadito la tabella di marcia anticipata al termine del vertice con Cgil, Cisl e Uil, confermando «la disponibilità al confronto che proseguirà per tutto il processo di approvazione della riforma», assieme alla «la volontà di fissare tavoli su ogni stato di avanzamento dei lavori».

Esattamente quello che ha chiesto Confcommercio, per esempio, nella consapevolezza che «la complessità del cantiere aperto sollecita l'adozione di un metodo di confronto programmato e strutturato con le parti sociali», come chiarito dal vicepresidente Giovanni Da Pozzo. Tanto più che «quella che emerge «è una prospettiva di una riforma complessiva dell'Irpef – ha continuato – all'insegna della conferma del principio di progressività e con obiettivi di equità orizzontale, agendo sui versanti della riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito e anche perseguendo una estensione della flat tax».

Discorso simile per Abi, che con il vicedirettore generale, Gianfranco Torriero, ha auspicato «il coinvolgimento nei vari tavoli tecnici che verranno istituiti» e una particolare «attenzione sulle tematiche di valorizzazione del risparmio e sulle tematiche finanziarie che sono importanti per lo sviluppo del nostro Paese». Un consenso sostanzialmente trasversale che ha visto il via libera anche di Alleanza Coop, Confagri, Cia, Confedilizia e Commercialisti. Fatto salvo l’assenso all’impianto generale, l’Ance ha invece proposto un aiuto per chi migliora le città, mentre Confesercenti, ha chiesto di «non dimenticare le piccole-medie imprese».

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