mercoledì 8 luglio 2015
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I più arrabbiati sono gli americani dell’Fbi, che sull’agenzia di spionaggio informatico Hacking Team riponevano una certa fiducia. Adesso temono che una serie di informazioni riservate siano cadute in mani nemiche. E che mani. Perché tra i clienti degli informatici milanesi ci sono gli 007 russi, quelli sauditi, gli ambigui spioni etiopi e perfino le autorità del Kurdistan iracheno, impegnate a fronteggiare l’avanzata dell’Is.  Il pesante attacco hacker subito dalla Hacking non è stato ancora rivendicato. Sono stati trafugati e messi in rete oltre 400 Giga di documenti riservati. Come scrive il sito specializzato 'Motherboard', Hacking Team avrebbe inviato «una raffica di mail» chiedendo in particolare di arrestare il software di 'Remote Control System', anche conosciuto come 'Galileo', con il quale è possibile controllare a distanza e a sua insaputa qualsiasi obiettivo. Un informatore ha inoltre confermato che la compagnia non è riuscita per molte ore ad avere accesso al proprio sistema di posta elettronica.  In Messico l’intero sistema di Difesa e di Polizia, in prima linea nel contrasto ai trafficanti di droga, si erano affidati alla società di controllo informatico italiana. Anche la Dea, la polizia antidroga statunitense, figura nella lista clienti. Lo stesso la polizia e i servizi segreti spagnoli. Dalla 'HT' sono partiti centinaia di mail indirizzate ai clienti di tutto il mondo. Messaggi preoccupati, anche perché nell’agenzia non sono sicuri di essere gli unici a governare il servizio di messaggistica. Come dire che le comunicazioni non sono al sicuro ed è meglio spegnere tutto e sperare nella buona sorte.  «Se le informazioni risucchiate venissero rese note – prevede una fonte di intelligence – sarà una catastrofe, perché emergerebbero notizie su costanti violazioni da parte dei 'clienti' della Hacking. Da anni vengono spiate personalità politiche, manager industriali, banchieri, intellettuali. In paesi come il Sudan e la Russia c’è gente che è finita in carcere, o di cui si sono perse notizie, che è stata messa in trappola dal software venduto dagli italiani. Per non dire delle informazioni su negoziati riservati tra governi».   Tra gli enti gli enti che si sono serviti di 'Galileo' figura anche l’esercito della Corea del Sud, dove i nervi sono sempre tesissimi per via delle imprevedibili mosse della Corea del Nord. In Arabia Saudita, attore nevralgico in tutto il contesto mediorientale, l’intera filiera di agenti segreti si appoggiava ai software italiani. Sintomatico, in questo senso, è il silenzio di alcune autorità, come Palazzo Chigi, il Cremlino e la stessa Fbi, che pur indicate tra i clienti di Hacking Team non hanno commentato ufficialmente la misteriosa guerra tra spioni informatici.   La procura di Milano ha aperto un’inchiesta. E i profili di reato sono già parecchi. Se ne sta occupando il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. L’ipotesi principale è quella di accesso abusivo a sistema informatico. Ma bisognerà valutare anche le possibili violazioni dell’embargo verso paesi come Sudan e Russia. Da parte lesa la 'Ht' potrebbe trovarsi al centro di una indagine molto più vasta.
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