venerdì 8 dicembre 2023
Non si aspettava tutto questo clamore il giornalista esperto di equitazione e di opera lirica Marco Vizzardelli. La Questura: normali controlli di sicurezza. Scoppia la polemica politica
Il giornalista Marco Vizzardelli

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Non si aspettava tutto questo clamore il giornalista esperto di equitazione e di opera lirica Marco Vizzardelli, il loggionista identificato ieri alla Prima della Scala dalla Digos, «perché dire che l'Italia è antifascista è lapalissiano oltre che costituzionale. Non mi aspettavo proprio tutto questo can can». Vizzardelli spiega che il suo è stato «lo sfociare logico di tutta una riflessione precedente» e che «alla Scala si sono sentite e dette cose ben peggiori. Per questo mi sono stupito quando mi hanno fermato gli agenti della Digos: non ho fatto nulla di male né commesso alcun reato. Ho detto "viva l'Italia antifascista", una frase normalissima». «I poliziotti che mi hanno identificato sono scoppiati a ridere e mi hanno detto "la pensiamo come lei" quando ho fatto notare che sarebbe stato un reato dire "Viva l'Italia fascista", non quello che ho detto io». Il giorno dopo Vizzardelli è il nome più popolare sui social dopo essere stato identificato dalla Digos per avere pronunciato, «non urlato, il mio tono di voce era normale», le parole «Viva l'Italia antifascista». La Questura di Milano è intervenuta ufficialmente questa mattina con un comunicato in cui si spiegano le motivazioni che hanno spinto gli agenti a chiedere i documenti al giornalista. Nel comunicato la Questura spiega inoltre che Vizzardelli non è stato l’unico identificato durante la serata. «L'identificazione dei due spettatori presenti in galleria – spiega la Questura milanese – avvenuta durante la Prima del Teatro alla Scala, è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione. L'iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell'evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell'identità delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l'assenza di alcun rischio per l'evento».

Le polemiche politiche

Dopo che si è chiuso il sipario (13 minuti di applausi), è rimasta la polemica politica. «Adesso identificateci tutte e tutti»: l'opposizione, con il Pd in prima fila, protesta contro l'iniziativa della Questura di Milano che ha identificato il loggionista. «Continueremo a gridarlo, ovunque. Anche se non piace a Salvini», scrive il Partito democratico su X, un post poi condiviso anche dalla segretaria dem Elly Schlein. «Per essere chiari. Nella Repubblica italiana bisognerebbe identificare chi fa il saluto romano, non chi grida "Viva l'Italia antifascistà"». Lo scrive su X il deputato del partito democratico Nicola Zingaretti. «Solo una curiosità, ma era proprio necessario identificare uno che grida "Viva l'Italia antifascista"? Lo dico con grande rispetto per chi ha eseguito l'ordine…», scrive sui social Ettore Rosato, deputato di Azione riferendosi a quanto successo ieri alla Scala a Milano. «Hanno fatto bene i nostri compagni del Friuli Venezia Giulia a denunciare il grottesco episodio della presenza di figuranti in divisa nazista e fascista alla proiezione, nei giorni scorsi, del film Il Comandante organizzata dal comune a guida Fdi di Spilimbergo. Immagino che il questore di Pordenone abbia già dato indicazioni per identificare gli autori di questa geniale (si fa per dire) messinscena di pessimo gusto, indice semplicemente di stupidità e di non aver capito nulla di quel film». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. «È ora di finirla, se lo mettano bene in testa - prosegue il leader di Si - con la paccottiglia fascista. Anche su questo episodio, che fa il paio con l'ottusità dimostrata alla Scala di Milano ieri sera, presenteremo un'interrogazione al governo», annuncia Fratoianni. «Bastava identificare una copia della Costituzione. In ogni caso, Viva l’Italia antifascista. Sempre». Così, sul suo profilo Facebook, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala ironizza: «E infine, ma al loggionista che ha gridato “Viva l'Italia antifascista” ed è stato identificato, che gli si fa? Chiedo per un amico». Infine il capogruppo dei Verdi europei al Comune di Milano Carlo Monguzzi propone che
«il sindaco (che ne ha la facoltà) conferisca subito l’Ambrogino a Marco Vizzardelli».







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