mercoledì 25 maggio 2011
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Da un lato il ministro Umberto Bossi, che prima sbertuccia con una pernacchia («Prrrrr») i referendum, poi ci ripensa e spiega che «alcuni sono allettanti, quello sull’acqua, ad esempio». Dall’altro il vertice Rai – presidente e direttore generale in persona – a garantire che fra una settimana arriverà lo spazio televisivo per i referendum: il tempo cioè di chiudere i ballottaggi delle amministrative e toccherà alla consultazione referendaria del 12 e 13 giugno.Alla vigilia del rush finale informativo sul voto comunale e provinciale, si preannuncia dunque un nuovo cospicuo flusso di notizie e informazioni sulle successiva chiamata alle urne. Il numero uno del management Rai, Lorenza Lei, ieri ha incontrato i rappresentanti dei Comitati referendari (che avevano appena manifestato in viale Mazzini) per chiedere maggiore attenzione. La Lei «ha assicurato «immediati interventi per intensificare l’informazione sui referendum», si legge in una nota. E «con il vicedirettore generale ha concordato alcune modifiche della programmazione», sia riguardo alla «collocazione e l’orario delle tribune referendarie», sia sulla «frequenza dei due spot già in onda: uno informativo circa data e modalità di voto, l’altro dedicato alla spiegazione dei vari quesiti sottoposti al vaglio popolare».Ancora, il direttore generale ha mandato una lettera a tutti i direttori di rete e testata, «invitandoli ad intensificare l’informazione sui referendum dedicando appositi spazi informativi sulle tematiche referendarie anche attraverso approfondimenti e confronti dedicati sia nei programmi di testata che nei vari contenitori quotidiani di rete». Morale? Giovedì 2 giugno – conclude la nota di viale Mazzini – è previsto un nuovo incontro con i rappresentanti dei Comitati referendari, per illustrare tutte le iniziative intraprese».Paolo Garimberti, il presidente della Rai, conferma: dopo i ballottaggi ci sarà «più informazione giornalistica sui referendum» nelle trasmissioni del servizio pubblico. «Sulla comunicazione istituzionale abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare», aggiunge. E a chi gli chiede i motivi della scarsa presenza dei temi referendari nell’informazione giornalistica della Rai, il presidente risponde: «Ci vuole un po’ di pazienza, adesso si sovrappongono due eventi».Nel frattempo, il "padre" della legge sulla gestione dell’acqua, l’ex-ministro delle Politiche Ue Andrea Ronchi, in mattinata è stato contestato da alcuni rappresentanti dei Comitati per il "sì" al referendum in presidio davanti a Montecitorio. Ronchi, uscito dall’aula accompagnato dal deputato Adolfo Urso – come lui stesso riferisce – è stato oggetto di «insulti volgari e pesantissimi, anche sul personale» e «sono stato inseguito e aggredito verbalmente in modo violento, oltre a esser minacciato». Versione diversa dal Comitato (insieme al quale era anche la leader dei Verdi giapponesi, Satoko Watanabe): «I manifestanti gli hanno gridato "vergogna" e "ladri di democrazia"», ma «non c’è stato nessun atteggiamento violento».
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