venerdì 27 settembre 2019
Caritas e Migrantes: integrazione in crescita, basta con discriminazioni e paure create ad arte. Le comunità più numerose sono quelle romene e albanesi
Corsi di italiano per migranti

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Nonostante l’odio, il razzismo crescente e la paura, l’integrazione dei migranti è in crescita. Sempre in mezzo a discriminazioni e a problemi, ma ormai i dati raccontano il consolidamento di un’Italia nuova, perlopiù ignorata, al top in Europa per l’acquisizione di nuovi cittadini. Il rapporto immigrazione 2018-19 di Caritas e Migrantes inquadra il nostro Paese nella grande cornice del secolo della mobilità, in crescita dal 2000 fino ad arrivare agli oltre 257 milioni di migranti del mondo del 2017, ultimo dato disponibile. Numeri e fatti sono argomenti testardi e l’indagine insiste sulle cifre esatte. Distorsione e violenta propaganda xenofoba sono quelle che lo studioso Mario Morcellini definisce “operazioni di ipertensione sociale”.

Il rapporto riguarda quell’universo sociale che la propaganda di odio e i social ignorano, quello dei regolari, la stragrande maggioranza. Sono infatti 5.255.503, l’8,7% della popolazione italiana. Siamo il terzo paese in Ue per le presenze, che nel frattempo iniziano a diminuire in Svezia, Germania ed Austria con spostamenti verso l’Europa orientale. Le comunità più numerose restano quella romena (quasi un quarto del totale degli stranieri regolari), seguiti a distanza con oltre 400 mila presenze circa da albanesi e marocchini.

I dati di concessione dei visti confermano peraltro che il 70% degli ingressi avviene attraverso visti turistici, ormai canali principali di accesso di regolari e irregolari. Non i barconi. Anche la geografia dei migranti in Italia, nonostante la narrazione, è rimasta inalterata ed è ristretta ai grandi attrattori: le metropoli del nord e quelli che si chiamavano distretti produttivi. Quindi risiedono in maggioranza (57%) al sud e al Centro (25% circa). Lombardia, Lazio, Emilia, Veneto e Piemonte le regioni con i maggiori insediamenti e Roma, Milano, Torino, Brescia e Napoli le province con le presenze più significative.

Tra i dati positivi, il contributo al saldo demografico, Anche se tra gli stranieri diminuiscono le nascite, in 4 anni la diminuzione di popolazione (677mila italiani in meno) viene compensata dalle 638 mila acquisizioni di cittadinanza. Da notare infine la discriminazione patita da 90 mila stranieri in povertà esclusi dal precedente governo dal reddito di cittadinanza, secondo le due organizzazioni, in palese violazione della Costituzione. Anche se in leggera diminuzione, gli alunni stranieri sui banchi sono 841mila, (il 9,7%): il 63% di essi è nato in Italia.

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