giovedì 26 ottobre 2023
Agenas: sono l'Istituto Clinico Humanitas e l'Azienda ospedaliera universitaria delle Marche il top dell'offerta sanitaria. Aumentano sia la qualità media delle strutture che le disuguaglianze
Rozzano, Ancona, Firenze: ecco i migliori ospedali d'Italia
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La mappa dei migliori ospedali in Italia per aree di intervento è fotografata dal Programma nazionale esiti 2023 (Pne) dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sulla base di vari indicatori. I due ospedali che salgono sul podio come i migliori d'Italia sono l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, riportando una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su un totale di 8. Ma dal Nord al Sud sono tante le strutture di eccellenza, anche se numerosi sono pure i nosocomi che non rispondono ai requisiti richiesti. Questa la classifica delle strutture al top per diverse specialità su un totale di 1400 ospedali pubblici e privati esaminate nel Pne.

L'Ospedale Careggi primo per il cuore

L'area cardiovascolare è valutata attraverso 6 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per infarto e tempestività di accesso all'angioplastica coronarica entro 90 minuti dall'accesso nella struttura di ricovero). È applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni. Laddove la soglia non venga raggiunta, l'indicatore è valutato come di qualità molto bassa indipendentemente dall'esito. Sul totale di 562 strutture che sono valutate in quest'area, sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili. Di queste, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze è l'unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto; 17 strutture raggiungono invece un livello di qualità alto.

Le 4 strutture migliori nell'area oncologica

Nella chirurgia oncologica, il Pne ha analizzato 3 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per intervento chirurgico per tumore polmone e colon) ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 interventi per il tumore del colon. Risultano 116 strutture con tutti e tre gli indicatori ma le 4 strutture con livello di qualità molto alta sono: Ospedale di Mestre, Azienda Ospedale Università di Padova, Stabilimento Umberto I - G. M. Lancisi (Ancona), Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma). Sono invece 28 le strutture valutate con livello di qualità alta.

Per l'area osteomuscolare 28 nosocomi al top

L'area osteomuscolare è valutata attraverso 3 indicatori (frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 48 ore; intervento di protesi di anca: riammissioni a 30 giorni; intervento di protesi di ginocchio: riammissioni a 30 giorni) ed è stata applicata una soglia di volume per struttura di almeno 80 interventi annui per le protesi di anca e le protesi di ginocchio, e di almeno 65 interventi annui per gli interventi per frattura del collo del femore. Laddove la soglia non venga raggiunta, l'indicatore è stato valutato come di qualità molto bassa. Risultano 338 strutture con tutti e tre gli indicatori valutati; tra queste, 28 raggiungono un livello di qualità molto alto.

Il primato dell'Emilia Romagna sugli ospedali per la gravidanza

In Italia, 342 strutture rispondono a tutti gli indicatori per l'area gravidanza e parto, di cui 50 raggiungono un livello di qualità molto alto. La regione che presenta però la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto alto è l'Emilia-Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%). In 9 regioni, nessuna struttura raggiunge un livello di qualità molto alto: Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Il Pne rileva inoltre che un terzo dei punti nascita è sotto il limite dei 500 parti l'anno, mentre la percentuale dei parti cesarei cresce ai livelli del 2017 (23%). Si osserva un minore ricorso al cesareo nei punti nascita pubblici sopra i 1.000 parti l'anno, e una maggiore propensione nelle strutture private. Si registra anche una spiccata variabilità intra-regionale, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia e Lazio.


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