mercoledì 7 dicembre 2022
La denuncia di Fnomceo e sindacati: in 10 anni chiusi 111 ospedali e 113 Pronto soccorso, nei nosocomi ci sono 29mila dipendenti in meno. Schillaci: rivaluteremo gli stipendi di tutti i sanitari
I medici: noi, 100mila in meno nel 2027. Il governo: «Situazione drammatica»
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Quella del medico è una professione sempre meno attrattiva. Almeno in Italia. Dove in un quinquennio, se le cose non cambieranno, trovarne uno potrebbe diventare un’impresa: in 100mila sono pronti a lasciare il Servizio sanitario nazionale (Ssn), secondo la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) che lancia la nuova campagna “Invisibili”, in affissione e con uno spot sui social media, proiettato anche nelle sale cinematografiche, per denunciare l’“indifferenza” dei decisori politici rispetto ai problemi del Ssn.

Fnomceo e sindacati di categoria disegnano un quadro eloquente: tra il 2010 e il 2020, in Italia sono stati chiusi 111 ospedali e 113 Pronto soccorso e tagliati 37mila posti letto. Nelle strutture ospedaliere mancano oltre 29mila professionisti sanitari. La stima è che già oggi, tra ospedale e territorio, manchino più di 20mila medici: 4.500 nei pronto soccorso, 10mila nei reparti ospedalieri, 6.000 medici di medicina generale.

Una situazione cui il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intende porre rimedio: «Quello dell’assistenza ospedaliera in Italia è un quadro drammatico - dice senza giri di parole in commissione Sanità al Senato, illustrando le linee programmatiche del dicastero -. Punto alla rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale sanitario, per rendere più attrattivo il Sistema sanitario nazionale».

L'obiettivo, sottolinea, è anche anticipare la decorrenza al 2023 per l’erogazione degli aumenti previsti per il personale dei Pronto soccorso, per uno stanziamento complessivo di 200 milioni. Attualmente, avverte, «l’uso distorto della esternalizzazione del personale comporta gravi criticità in termini di sicurezza delle cure, perché non sempre offre garanzia sulla professionalità».

La criticità attuale, però, resta. Da qui la denuncia della Fnomceo, che nello spot mostra un medico bardato con tuta e dispositivi di protezione anti-Covid, che lentamente si spoglia e diventa invisibile. Nessuno, lamenta la Federazione, sembra volersi accorgere dei problemi del Ssn: fondi tagliati, strutture antiquate, carenze di personale che costringono i medici a fare milioni di ore di straordinario.

Conseguenza di ciò, è la “grande fuga” di camici bianchi dal Ssn. La situazione potrebbe peggiorare nei prossimi cinque anni, quando andranno in pensione 41.000 tra medici di famiglia e dirigenti medici, che diventano 50mila se consideriamo tutti i medici del Ssn. A questo si aggiunge il fenomeno della fuga dagli ospedali: dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l'ospedale circa 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie. Situazione analoga per i medici di famiglia, che dal 2016 al 2021 sono passati da 44.436 a 40.769 e molti pazienti ne sono rimasti privi. A questo si aggiungono gli stipendi non adeguati: siamo il terzultimo Paese in Europa sul fronte delle remunerazioni dei medici, davanti solo a Portogallo e Grecia.

«La scarsa attrattività del Ssn - spiega il presidente Fnomceo, Filippo Anelli - potrebbe avere conseguenze drammatiche. In questi anni il Fondo sanitario nazionale è cresciuto di 14 miliardi e altri 15 sono stati previsti dal Pnrr. Ma neanche un euro è stato destinato ai professionisti, che sono la spina dorsale del servizio sanitario».

Un chiaro “Sos” alla politica affinché riporti la sanità pubblica al centro dell'agenda. Cosa che sta già avvenendo, gli ribatte Schillaci, che annuncia novità, tra le altre, nel sistema di remunerazione delle farmacie, nella revisione dell’Aifa, e nella lotta all’antibiotico-resistenza, cui sono destinati 40 milioni: «Nonostante la situazione economica complicata a causa del post-pandemia, della guerra in Ucraina e della crisi energetica - puntualizza il ministro -, la manovra destina alla sanità 2,1 miliardi in più per il 2023, 2,3 in più per il 2024 e ben 2,6 miliardi in più per il 2025, rispetto a quanto previsto. Assistiamo così, anche in tempi di necessaria revisione della spesa, a una chiara inversione di tendenza, considerato che dal 2013 al 2019 il fondo sanitario è sempre stato definanziato».

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