sabato 21 giugno 2014
Commozione e dolore alle esequie di Maria Cristina Omes e dei suoi due figli Giulia e Gabriele, trucidati dal padre Carlo Lissi il 14 giugno scorso. Il vicario Delpini: c'è bisogno di silenzio.
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"Caro Gabriele, ricordiamo il tuo piccolo viso abbronzato e sorridente, eri il più piccolo a scuola e la tua sorellina ti chiamava il "Tato". Ecco, per noi sarai per sempre il "Tato".   Uno dei più toccanti interventi durante le esequie di Maria Cristina Omes e dei due figli è stato quello della maestra dei due bambini che ha rivolto un accorato e commovente ultimo saluto a Giulia e Gabriele. La maestra ha ricordato anche Giulia "due anni con noi nella scuola dell'infanzia, quattro anni senza arrivare a contare nemmeno tutte le dita di una mano, sempre il grembiulino sbottonato ma per noi rimarrai sempre la bambina dell'insalata". Sono cominciate poco dopo le 9,30 le esequie di Maria Cristina Omes e dei suoi due figli Giulia e Gabriele, trucidati dal padre Carlo Lissi, il 14 giugno scorso nella villa di famiglia, a Motta Visconti. Le tre bare sono state portate nella chiesa di S.Giovanni Battista intorno alle otto, dove era stata allestita la camera ardente. Ai funerali ha partecipato, nella piazza antistante e nelle vie limitrofe, tutto il paese. Il vicario episcopale di Milano, monsignor Mario Delpini, ha ripetuto più volte con solennità la frase: "C'è bisogno di silenzio" durante la cerimonia funebre concelebrata con il parroco, don Gianni. Ricordando "l'eccesso di clamore mediatico" che ha accompagnato il caso della strage in famiglia, nel corso dell'omelia Delpini ha detto che "il clamore delle notizie quando non c'è nulla da dire, l'ossessione delle immagini quando non c'è nulla più da vedere, ha aumentato la confusione dentro di noi. Il nome del paese, fatto di brava gente, è risuonato dappertutto con orrore. Le parole hanno perso di significato: cosa significano ora "papà", "figlio" e "amore"?». "Un tragico gesto ha spezzato la vita, i sogni, i giochi di Giulia e Gabriele...". Cominciava così l'annuncio funebre affisso all'esterno della chiesa. All'esterno di S.Giovanni, i cui ingressi sono presidiati dai carabinieri per tenere lontani fotografi e televisioni, una grande folla ascolta dagli altoparlanti la celebrazione della Messa funebre. Tre auto delle pompe funebri ricordavano tragicamente a tutti i presenti il dramma che si è consumato il 14 giugno scorso in una villetta del paese, in via Ungaretti, dove Maria Cristina Omes, 38 anni, e i due figli Giulia, di 5, e Gabriele, di 20 mesi, sono stati trucidati dal padre, Carlo Lissi. L'uomo, reo confesso, si trova ora nel carcere di Pavia, accusato di triplice omicidio. Alle esequie partecipa praticamente tutto il paese: oltre alla gente in raccoglimento davanti alla piccola chiesa, la folla di spinge fino alle vie limitrofe. Prima della messa è stato letto un toccante passo del vangelo secondo Marco: si tratta del brano di 'Gesù e dei bambinì, in cui il Cristo pronuncia la famosa frase: 'Lasciate che i bambini vengano a mè. Nel corso della cerimonia funebre sono intervenuti brevemente anche i volontari della Croce Rossa di cui Maria Cristina faceva parte e i colleghi della Sai Assicurazioni di Motta Visconti (Milano) dove lavorava la donna.
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