lunedì 13 novembre 2023
Al corteo organizzato dall’arcidiocesi e da Libera anche tanti sacerdoti, i sindaci del Gargano e 120 realtà associative
Il corteo contro le mafie

Il corteo contro le mafie - .

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In quasi ventimila hanno invaso le vie e le piazze per liberare Manfredonia dalle mafie. Tutte le scuole della città del Foggiano, più di 120 realtà associative, sindaci del territorio garganico, tanti sacerdoti, il presidente della Regione, Michele Emiliano. In mezzo a loro l’arcivescovo, padre Franco Moscone e don Luigi Ciotti, presidente di Libera che ha organizzato la grande manifestazione assieme all’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

Padre Franco e don Luigi risalgono il lungo fiume di persone, allegro e coloratissimo. Si fermano a parlare con ragazzi e bambini. «È bello vedere il popolo di Manfredonia, i giovani di Manfredonia – dice il vescovo –. È una pagina che non si ferma all’oggi ma costruisce il domani, camminando insieme». Poi l’abbraccio coi familiari delle vittime innocenti delle mafie foggiane e di altri territori pugliesi. Una donna si avvicina e racconta a don Ciotti del figlio di 17 anni, vittima di “lupara bianca”. «Mi dicano almeno dove lo hanno sepolto». E don Luigi lo ripete sul palco. «Lo dico ai mafiosi, dite a quella donna dove avete sepolto il figlio! È un vostro dovere». E proprio i familiari delle vittime chiudono la manifestazione, chiamati sul palco come in un lungo abbraccio accanto a padre Franco e don Luigi.

Un altro momento del corteo

Un altro momento del corteo - .

Così Manfredonia ha risposto positivamente all’appello di libertà contro le mafie. Mafie violente, per troppo tempo sottovalutate se non addirittura negate. Mafie che uccidono anche i bambini, come la piccola Caterina Ciavarrella, appena 5 anni, uccisa nel 1981 con i genitori e due fratelli. Vittime di una delle tante faide, corpi mai ritrovati, forse dati in pasto ai maiali. Ora a Caterina è stato intitolato il primo presidio scolastico di Libera a Manfredonia. Ma queste sono anche mafie dei traffici di droga e delle estorsioni, che fanno affari sul ricchissimo turismo del Gargano e vanno a braccetto con parte dell’economia e della politica, anche a Manfredonia. Sciolta per mafia nel 2019, tornata al voto nel 2021, ora nuovamente commissariata per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Contro tutto questo in migliaia «hanno scelto di essere una comunità che vuole essere libera dalle mafie. Oggi la città ha voluto far vedere da che parte sta», commenta soddisfatta Federica Bianchi, referente provinciale di Libera. Ne è convinto il vescovo, molto impegnato nel contrasto alle mafie e per questo più volte attaccato da chi ancora nega la presenza mafiosa o con le mafie va sotto braccio. Oggi padre Franco è molto contento. Ricorda che siamo nell’estate di San Martino. «Oggi è iniziata l’estate per Manfredonia, estate vera, calda, del calore di tutti voi. È una data che entra nella storia di questa città. Abbiamo dimostrato che Manfredonia non solo è capace di rialzarsi ma di camminare. E dice no alle mafie che sono delle metastasi della società». Ma il vescovo è ottimista. «Le mafie sono isolate, questa piazza dice che le mafie perdono. Sono dalla parte sbagliata, voi siete dalla parte giusta». Ma, avverte, «dobbiamo stare attenti. Poche ore fa c’è stato una grave incendio doloso a Peschici. Un segno della presenza criminale che dobbiamo denunciare ». Infine si rivolge a don Luigi che oggi compie 51 anni di sacerdozio. «Il cardinale Michele Pellegrino ti disse che la tua parrocchia sarebbe stata la strada. Oggi Manfredonia, le sue strade, sono state la tua parrocchia ».

E don Luigi torna a rivolgersi ai ma

La veduta dell'alto della manifestazione

La veduta dell'alto della manifestazione - .

fiosi. «Vi prego, fermatevi. Il vostro futuro è fatto di carcere e di morte. Fatelo per questi ragazzi, guardate i loro volti. Oggi hanno camminato per dirvi “cambiate vita”». E un appello lo fa anche «alle donne che vivono in contesti mafiosi. Trovate il coraggio di respingere questa violenza. Fatelo per i vostri figli. Ci sono persone pronte ad aiutarvi» E non può mancare un appello a tutti. «Il male esiste, la mafia esiste. Anche qua. Il primo passo è chiamarlo per nome: mafia è mafia, droga è droga, azzardo è azzardo». E poi, insiste, «dobbiamo impegnarci di più per sconfiggere la miopia di tanti benpensanti, preoccupati solo della loro sicurezza e del loro tornaconto. Ma il male non è solo di chi lo commette ma anche di chi lo vede e tace». E allora, «tocca a tutti noi reagire assumendoci la nostra responsabilità e ascoltando la richiesta di libertà». Come quella di Lazzaro D’Auria, imprenditore antiracket, sotto scorta dopo moltissimi attentati. Ma oggi, ci dice, «è una bella giornata, mi sento meno solo. Speravo che prima poi ci fosse tanta gente. E oggi la vedo, qui accanto a me». Don Luigi lancia l’ultimo appello. «Dobbiamo estirpare le mafie. Forza amici, ne vale veramente la pena. La speranza ha bisogno di ciascuno di noi e noi dobbiamo essere il segno di questa speranza».

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