mercoledì 28 aprile 2021
Il giovane ha il volto devastato dai pallini sparati contro di lui e due amici tre giorni fa. Il prefetto ha disposto la vigilanza armata nell'insediamento di Torretta Antonacci dove vivono i braccian
Immigrati fuori dal Gran Ghetto nel Foggiano

Immigrati fuori dal Gran Ghetto nel Foggiano - Archivio Ansa

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Ha perso l’uso di un occhio e ha il volto pieno di pallini di fucile Sinayogo Boubakar, il maliano di 30 anni vittima di un agguato nelle campagne foggiane nella notte tra domenica e lunedì, quando alcuni sconosciuti avevano sparato contro di lui e due suoi amici. Lo ha reso noto Daniele Iacovelli, segretario provinciale della Flai Cgil, sindacato al quale il giovane è iscritto, che è stato in ospedale a Foggia per avere informazioni sulle condizioni di salute. “Siamo stanchi di questa condizione siamo stanchi di assistere ad una mattanza senza fine, di vite, di diritti, di dignità. Siamo una terra di eccellenza, di accoglienza, la terra di Di Vittorio e dei “cafoni” che hanno conquistato la libertà dai padroni. Non possiamo assistere a questo massacro. Abbiamo chiesto al prefetto un incontro, un tavolo per trovare rimedi. Ci sono responsabilità evidenti”.

E il prefetto Raffaele Grassi ha disposto in primi provvedimenti. Un servizio di vigilanza armata sarà attivato nei pressi “della foresteria regionale di Torretta Antonacci”, nell’area del cosiddetto “Gran Ghetto”, dove risiedono i tre immigrati vittime dell’aggressione. Una decisione presa anche dopo il tentato furto di gasolio che serve ad alimentare la zona dove sono installati i container della Protezione Civile, un episodio di quattro giorni fa, probabilmente legato al successivo agguato. E’ disposta “la realizzazione di interventi infrastrutturali volti a migliorare l’accessibilità e la sicurezza della rete stradale, a cura della Provincia, e che lo stesso Ente si è impegnato a valutare la possibilità di assicurare l’illuminazione del tratto stradale in questione”. Inoltre, “grazie ad interventi messi in campo da Regione Puglia ed Enel, nell’area di accoglienza regionale la fornitura di energia elettrica sarà a breve garantita non più da gruppi elettrogeni ma dalla ordinaria rete di distribuzione”. Provvedimenti per migliorare le condizioni di vita dell’insediamento e la sicurezza, che restano sempre precarie. Nell’altro grande ghetto foggiano, quello di Borgo Mezzanone, due giorni fa è scoppiato l’ennesimo incendio per ha distrutto sette baracche ma per fortuna senza consdeguenze per le persone.

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