giovedì 24 ottobre 2019
La nuova bozza: da microtasse entrate per 5 miliardi. Il ministro Gualtieri risponde alla Ue: manovra espansiva
Il ministro dell’Economia Gualtieri (Fotogramma)

Il ministro dell’Economia Gualtieri (Fotogramma)

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«Non chiediamo all’Europa un favore: stiamo facendo una lettera, perché abbiamo chiesto giustamente flessibilità. È il momento di utilizzarla per sostenere politiche di sviluppo. È una manovra responsabilmente espansiva». È il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a tratteggiare la falsariga dell’interlocuzione in corso con Bruxelles sulla legge di bilancio italiana. Sul piano formale, la lettera di risposta ai rilievi europei è partita nella tarda serata di ieri, ma solo oggi se ne conoscerà il testo.

Il ministro Gualtieri: manovra espansiva e responsabile

Dal canto loro, nella missiva inviata martedì a Roma, il vicepresidente Ue Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici hanno avvertito: «La manovra italiana non rispetta i parametri di riduzione del debito nel 2020». Nel chiedere all’esecutivo di fornire informazioni prima di «giungere a una valutazione finale», ha spiegato ieri il ministro, l’esecutivo Ue «non contesta ma chiede chiarimenti» e «il dialogo ci sembra molto tranquillo e proficuo». Invece «di promettere condoni e flat tax», prosegue il ministro, si mostra come «si può avere flessibilità di bilancio e contemporaneamente riduzione del debito pubblico». Secondo Gualtieri, il dl fiscale è «praticamente pronto» e la legge di bilancio, ora agli «ultimi dettagli» approderà in Parlamento la prossima settimana. Quando il governo si è insediato, osserva il ministro, «mi sono trovato una legge preparata che prevedeva 6 miliardi di tagli lineari, ma abbiamo scelto una strada diversa», anche perché «109 miliardi di evasione fiscale non sono sostenibili per un Paese serio».

Sul piano degli stimoli all’economia, è sua convinzione, «sarà la manovra degli investimenti pubblici e del sostegno agli investimenti privati. Tutto nella cornice nuova della sostenibilità, dello sviluppo e dell’innovazione». Quanto ai conti pubblici, «noi riduciamo il debito, ma attraverso un percorso più morbido, perché deve essere sostenibile sul piano economico». La serietà del governo Conte bis, insiste il titolare del Mef, «è un dividendo che ci ha dato 6 miliardi in più nella legge di stabilità per il minor costo del debito. E possiamo fare ancora di più se non torniamo all’Italia del Papeete e dei minibot».

Tutte le novità della manovra

Sul piano delle misure, in serata è trapelata una bozza di sei pagine che delinea lo scheletro della manovra ed è servita come canovaccio per la risposta alla Ue. Molte misure erano già nel pacchetto, altre sono nuove, di altre ancora sono stati definiti i dettagli: si va dalla rivalutazione delle pensioni per 2 milioni e mezzo di persone; al fondo per le famiglie; alle sugar e plastic tax; e poi le tasse sulle sigarette, l’aumento della cedolare secca e l’abolizione dei superticket.

Intanto, le coperture. «Vengono previsti 30 miliardi di maggiori spese, mentre 15 di sono maggiori entrate». Fra queste, 6,5 miliardi provengono dalle misure del Decreto Fiscale, mentre 8,5 miliardi da maggiori entrate individuate nel ddl di Bilancio. Il resto «è coperto in deficit, con 14,4 miliardi di euro». Inoltre, dalle cosiddette “microtasse” si stima un recupero di circa 5 miliardi.

In merito alle singole misure, negli interventi per anziani e famiglie, i primi beneficeranno del ripristino della rivalutazione delle pensioni tra 1.500 e 2mila euro lordi. Per la famiglia, invece, la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio. Dal 2020, le risorse degli attuali bonus (nascita, bebè, voucher asili nido) saranno riordinate in un unico fondo con una dote aggiuntiva di 500 milioni. E una «carta bimbi» da 400 euro al mese consentirà alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle per i nuclei a basso reddito. Invece, il taglio del cuneo fiscale riguarderà sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra 26.600 e 35mila mila euro (finora esclusi dal bonus Renzi), sia i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8mila a 26.600 euro (che già lo percepiscono). Si abbassano, però, le detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti: la sforbiciata parte dai redditi sopra 120mila euro annui col graduale azzeramento fino a quota 240mila.

Nella bozza c’è poi la tassa sul fumo (per sigarette elettroniche e tradizionali), con 160 milioni previsti da un aumento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e altri 45 dalle “bionde”. Si confermano la tassa sugli imballaggi di plastica (un euro a kg, dal giugno 2020) e l’aumento della cedolare al 12,5%. Torna, infine, il bonus cultura per i diciottenni, in scadenza a fine 2019, ma con un investimento ridotto da 240 a 160 milioni. E per il rinnovo dei contratti pubblici «il governo aggiungerà 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi a regime dal 2021», sommandoli ai 1,4 miliardi stanziati precedentemente per il 2020 e agli 1,75 stanziati precedentemente per il 2021. Si tratta in totale di «3,1 miliardi stanziati a regime per i rinnovi».

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