venerdì 31 marzo 2017
La querela presentata da Marika Cassimatis, che dopo aver vinto le primarie per le comunali è stata bocciata dal leader sul suo blog, con parole ritenute dalla militante diffamatorie
Marika Cassimatis. Bocciata da Grillo si è rivolta alla procura (Ansa)

Marika Cassimatis. Bocciata da Grillo si è rivolta alla procura (Ansa)

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Le "comunarie" del Movimento 5 Stelle per il Comune di Genova sono finite in Procura. Quella di Genova ha indagato per diffamazione il leader del M5S Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista. L'iscrizione nel registro degli indagati viene dopo la querela presentata dalla candidata sindaco esautorata Marika Cassimatis. I fascicoli sono in mano al pm Walter Cotugno.

Come si ricorderà Cassimatis, nonostante avesse vinto la consultazione interna al M5s, venne bocciata come candidato sindaco del Movimento con un post sul blog di Grillo il 17 marzo scorso: "In qualità di garante del MoVimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l'immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l'utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis". Nel blog si affermava anche che "molti" esponenti della lista di Cassimatis "hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del MoVimento 5 Stelle".


L'ex candidata aveva anche ritenuto lesive alcune dichiarazioni di Di Battista che, in un'intervista video al
Corriere della Sera, aveva dichiarato che "ci sono persone non in linea con la nostra lotta" e che, "piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo, si prende questa decisione".

"Davide contro Golia. Ringrazio tutti gli amici e i sostenitori di Genova e d'Italia che hanno già contribuito alla nostra causa, a nome anche dei candidati consiglieri della lista che ha vinto le primarie di Genova del
M5s", ha scritto in un post su Facebook Marika Cassimatis poco prima che emergesse la notizia dell'indagine della procura genovese nei confronti Beppe Grillo e Alessandro Di Battista.

"Stiamo affrontando una battaglia per la legalità e la trasparenza e ricordiamo che ogni volta che si disattende ad una regola, la si annulla. Quello che è successo a Genova potrebbe ripetersi altrove. È una battaglia di tutti. Abbiamo ancora bisogno di aiuto", scrive ancora Cassimatis, pubblicando il numero di Postepay dove chi vuole potrà contribuire alla "nostra battaglia legale per la democrazia e la giustizia".

La candidata "bocciata" ha ribadito di non sapere a che cosa si riferisse Beppe Grillo nel suo attacco sul blog. "Non mi risulta che da parte mia ci sia stato nessun atteggiamento del tipo di quelli indicati da Beppe", ha spiegato Cassimatis, negando anche di avere danneggiato il movimento. Quale spiegazione si è data per giustificare le parole di Grillo? "Tutto si giustifica con dei documenti che sono arrivati e che chiedo da 12 giorni mi vengano fatti vedere. Al momento, però, non ho visto niente, e sull'argomento c'è un silenzio totale". "Può anche essere che abbia messo un like (a un post di Federico Pizzarotti ndr). L'ho messo quando la sindaca Raggi mandò qualcuno della sua giunta a studiare la gestione dei rifiuti zero da Pizzarotti, lì lo misi. E poi nel 2014 partecipai ad un convegno di Pizzarotti a Parma, all'epoca lui era l'amministratore di punta del Movimento. Ma Pizzarotti, personalmente, non l'ho mai conosciuto". Cassimatis nega anche di avere postato screenshot critici del movimento. Questi documenti esistono? "Dubito che esistano e che ci siano dei riscontri pesanti. Se veramente c'è solo un like ad un post di Pizzarotti mi sembra poco...".

La battaglia non finisce certo. Finirà oltre che in procura anche nelle aule del Tribunale amministrativo regionale.

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