martedì 6 luglio 2010
Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Firenze accogliendo le richieste degli imputati Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti.
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Passa a Roma il procedimento penale sulla Scuola Marescialli, uno dei filoni dell'inchiesta sugli appalti nei grandi eventi. Lo ha deciso il Tribunale di Firenze: il collegio presieduto da Emma Boncompagni ha comunicato la decisione dopo una camera di consiglio durata circa tre ore.La corte ha così accolto le richieste dei difensori degli imputati Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti, che avevano chiesto il passaggio degli atti a Roma, sulla scorta di una recente sentenza della Corte di Cassazione.  Respinta invece la tesi della procura, secondo cui il processo doveva rimanere a Firenze. Il processo per corruzione sull'appalto per la costruzione della nuova scuola dei carabinieri di Firenze (in cui sono imputati Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti) si è aperto questa mattina. I giudici si sono riuniti in camera di consiglio dopo aver dato la parola alle parti e dopo che i pm hanno annunciato di aver depositato una nuova memoria in cui si chiede al collegio giudicante di valutare i fatti corruttivi relativi all'appalto. In particolare il pm Luca Turco, parlando in aula, ha evidenziato che, diversamente da alcuni punti delle motivazioni della sentenza in cui la Cassazione ha disposto il trasferimento dell'inchiesta a Roma, non ci sarebbe stato unicità nel rapporto corruttivo fra gli indagati, ma una pluralità di fatti di corruzione alla luce dei quali la competenza sarebbe da considerarsi anche fiorentina. I difensori degli imputati, invece, hanno invitato il tribunale a fare proprie le conclusioni della Cassazione e a ordinare il trasferimento del processo a Roma. L'avvocato Roberto Borgogno, difensore di Balducci, ha presentato a sua volta una memoria e, intervenendo, ha rilevato che rispetto all'accusa di corruzione delineata dalla procura di Firenze «non emerge nessun fatto nuovo» rispetto a quanto già esaminato dal gip e analizzato dalla Suprema Corte».
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