mercoledì 23 agosto 2023
Il ministro degli Esteri:il governo sostiene il tentativo della Santa Sede. Anche il mio viaggio in Cina a settembre è in quella direzione. Sugli extraprofitti norma non ponderata, la cambieremo.
Tajani: "L'Italia vuole la pace"

ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

«I l governo segue con grande attenzione il tentativo della Santa Sede di favorire l’avvio di un processo di pace e intende fare di tutto per sostenerlo, senza far mancare il sostegno all’Ucraina. vittima di una violenta aggressione russa. Anche il mio viaggio in Cina a settembre va in quella direzione». Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, sarà oggi al Meeting. La Farnesina ha allestito a Rimini in questi giorni un padiglione, in tema con la manifestazione, “Le strade dell’amicizia: percorsi e storie della Cooperazione Italiana”, animato da 30 giovani volontari. «Abbiamo voluto mettere l’accento sul nesso tra cambiamenti climatici e sicurezza alimentare, con un particolare focus sull’Africa. Tema – spiega - su cui siamo molto impegnati: abbiamo organizzato a Roma due importanti conferenze internazionali a luglio scorso: quella su “Sviluppo e migrazioni” ha lanciato il “Processo di Roma” per affrontare le cause profonde del fenomeno migratorio. E poi nella sede della Fao si è tenuto il secondo vertice Onu sulla sicurezza alimentare».

Si parla tanto di un nuovo “Piano Mattei” per l'Africa. Ma lei ha detto con chiarezza che solo come Europa, e non con un piglio sovranista, si può tentare di arginare i tanti focolai di crisi da cui partono i flussi migratori.

È così. L’Italia può fare da sprone, ma da sola non può farcela. Per questo a novembre ospiteremo a Roma il vertice Italia-Africa a livello di capi di Stato e di governo. In quell’occasione presenteremo che cosa intendiamo per nuovo “Piano Mattei”. Sull’Africa vogliamo cambiare narrativa: è un continente ricco di risorse naturali e soprattutto umane. È il continente che nei prossimi 30-50 anni potrebbe trasformarsi da uno dei luoghi dove maggiormente si muore di fame al futuro granaio del mondo. Nel 2023 la Farnesina ha incrementato l’impegno finanziario: in oltre 30 Paesi africani sono in corso oltre 460 iniziative di cooperazione per un totale di circa 2 miliardi.

Sul cambiamento climatico, lei ha segnalato il rischio che gli effetti della desertificazione sottraggano spazio all’agricoltura, spingendo i contadini ad avvicinarsi a gruppi jihadisti.

Il dossier climatico è sempre più centrale nel partenariato paritario tra Italia e Africa. Nei miei incontri dedico molto tempo ad approfondire questi temi, che saranno al centro anche della prossima presidenza italiana del G7 nel 2024. E sosterremo il lavoro degli Emirati per la Cop28, l’Africa avrà un ruolo centrale anche nella conferenza che si terrà a Dubai.

In Libano la missione Unifil da oltre 15 anni garantisce la cessazione delle ostilità con Israele. Due stati che non si parlano e non si riconoscono, ma almeno accettano una forza multinazionale. Uno schema che si può replicare in Ucraina?

La situazione è molto diversa, perché in Libano la sospensione delle ostilità fu comunque decisa e concordata dalle due parti con la mediazione delle Nazioni Unite, con un ruolo dell’Italia. Fra Russia e Ucraina invece non c’è ancora intesa sulla sospensione della guerra, le operazioni militari purtroppo continuano e finché la Russia non si ritirerà non sarà possibile porre termine alla guerra.

Ma in questa ottica la missione vaticana richiesta da papa Francesco può svolgere un ruolo importante?

Assolutamente sì, seguiamo con grande attenzione il lavoro del cardinale Zuppi e il tentativo di costruire la fase successiva, quella in cui le parti inizieranno a negoziare per fermare il conflitto. L’Italia vuole la pace. Una pace che sia giusta, che riconosca il diritto alla libertà e all’indipendenza dell’Ucraina.

Lei ha annunciato che andrà in Cina anche per sollecitare Pechino a un ruolo attivo presso Mosca per aprire un processo di pace. Vede passi avanti?

La volontà del governo italiano è quella di continuare il dialogo politico con uno dei partner principali e strategici sulla scena internazionale. A Pechino ci confronteremo con responsabilità su ogni aspetto delle nostre relazioni, ma di sicuro vorrò aggiungere la mia voce a chi nel mondo chiede che la Cina eserciti la sua decisiva influenza politica per far cessare questo conflitto sanguinoso.

L’accordo sulla Via della Seta può essere di ostacolo? Lei è per non rinnovarlo?

Noi siamo per incrementare gli interscambi con la Cina e non abbiamo un atteggiamento pregiudiziale, facciamo una analisi di costi e benefici. Fino a questo momento abbiamo riscontrato che non ha portato molti miglioramenti, anzi abbiamo notato che altri Paesi, senza un accordo di questo tipo, hanno avuto incrementi maggiori. Faremo una attenta riflessione e decideremo.

Ma l'Europa, tornando alla pace, non potrebbe fare di più, come ha chiesto anche Zuppi?

Per farlo serve darsi una politica estera e di difesa comune che ancora non c’è. Invece arriviamo sempre dopo gli Stati Uniti, senza assumere una nostra iniziativa nemmeno quando sarebbe nostro compito assumerlo. Ma i momenti di crisi sono quelli nei quali può scaturire, sull’onda della necessità, un salto di qualità.

Sull'Europa lei ha escluso per Forza Italia, da membro del Ppe, accordi con gli alleati europei della Lega. È una mina nel governo dopo le frizioni seguite alla approvazione della norma che tassa gli extraprofitti bancari?

Sono due questioni diverse. Abbiamo detto che quella norma andava assunta con maggiore ponderazione, a mercati chiusi e dopo aver ascoltato la Banca d’Italia. Ecco perché abbiamo annunciato delle proposte di modifica che presenteremo. Altro tema sono le alleanze europee. Abbiamo detto, e lo confermo, che mai potremo spingerci ad alleanze con Le Pen e i tedeschi di Afd. Forza Italia resta e resterà protagonista della politica italiana per trasformarsi, per dirla con Battiato, nel “centro di gravità permanente” del nostro sistema, un punto di riferimento sicuro per i cristiani impegnati in politica, riformisti, garantisti ed europeisti convinti. Porte aperte a chi vuole costruire con noi questo progetto, dentro il Partito popolare europeo che rappresenta la nostra identità.

Il caso del generale Vannacci divide il governo. Crosetto è intervenuto duramente, Salvini lo ha difeso. E lei?

Da liberale penso che ognuno abbia diritto di esprimere le proprie idee. Ma quando si rappresentano le istituzioni è diverso, far pensare che quelle idee possano essere condivise da tutto l’Esercito è sbagliato. Serve prudenza. Condivido le sagge parole del colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare: ci ha ricordato che «durante la battaglia del pastificio a Mogadiscio non mi posi il problema se i nostri militari fossero etero o omosessuali, ciò che contò fu il coraggio mostrato nell’affrontare qualcosa più grande di loro. Ieri come oggi e come domani questo non cambierà mai».

Infine, Giorgetti sulla Ue. A Rimini ha affermato, per il Pnrr, l’esigenza di fare bene più che fare presto. E ha chiesto la “golden rule”, cioè tenere fuori gli investimenti dal calcolo del deficit.

Su questo sono d’accordo con lui. La proposta della Commissione Europea sul patto di stabilità va migliorata escludendo alcune spese che non possono essere considerate come debito “cattivo”. Penso alle spese per sostenere l’Ucraina.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: