lunedì 26 dicembre 2011
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La fase due è già cominciata, come si svilupperà è però ancora un mistero. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, che vorrebbe chiuderla in 90 giorni, vorrebbe infatti avvolgere con la massima riservatezza il progetto, quasi una vera e propria 'mission impossible": ridare crescita a un Paese che la rincorre senza successo da oltre dieci anni e che domani si troverà di nuovo faccia a faccia con un mercato ancora sospettoso, con uno spread Btp-Bund che alla vigilia si è riportato a quota 500.  Proprio mentre il differenziale con i titoli di stato saliva facendo emergere ancora una volta l'urgenza di misure per la crescita, il premier nell'antivigilia di Natale ha incontrato i leader politici per indicare la necessità di procedere a passo spedito sulla via delle riforme e per avere un quadro più chiaro in vista di un probabile primo esame il 28 dicembre in consiglio dei ministri, anche se "le misure per la crescita verranno adottate non necessariamente in un unico pacchetto, ma in una progressione di diversi interventi", aveva detto neigiorni scorsi, Enzo Moavero Milanesi, ministro delle politiche comunitarie.LIBERALIZZAZIONI: sono nell'obiettivo del governo: "Siamo pronti ad azioni coraggiose" ha promesso lo stesso Professore. Il superministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva lasciato intendere che sulle liberalizzazioni a gennaio si sarebbero presi provvedimenti presumibilmente riproponendo iprovvedimenti tolti dal decreto Salva-Italia: farmacie, taxi, mentre si dovrebbe intervenire su carburanti, gas, servizi postali e quelli pubblici locali. Non è esclusa la possibilità che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, riesca a preparare e fare approvare già nel prossimo cdm alcune misure, anche per dareuna indicazione ai mercati.LAVORO. Accantonato, dopo l'ennesima polemica e la retromarcia del ministro Elsa Fornero, la revisione dell'art.18, le iniziative del governo potrebbero prevedere l'intervento sul cuneo fiscale, ovvero la differenza tra la cifra sborsata dall'azienda per le retribuzioni e quello che realmente finisce nelle tasche dei lavoratori. Un gap che secondo gli ultimi dati dell'Ocse, riferiti al 2010, è pari al 46,9%, ponendo l'Italia tra i Paesi in cui l'onere fiscale sui salari è tra i più alti. Il ministro del Welfare ritiene opportuno arrivare a un contratto "vero", "non precario" e "unico" che permetta ai giovani di entrare nel mondo del lavoro con delle certezze edelle garanzie maggiori. Per il ministro il nuovo contratto, infatti, dovrebbe che si parte con una retribuzione bassa che poi salirà in relazione alla produttivita". Anche l'intervento sugli ammortizzatori sociali appare urgente, si tratta di un sistema che ha finora retto e ha permesso di tamponare la perdita di posti di lavoro, offrendo dei solidi cuscinetti (dalla Cig alla mobilità) a chi ha goduto di contratti 'blindatì. La strada da percorrere dovrebbe essere quella di arrivare anche in Italia a un vero sistema di sussidi alla disoccupazione, sull'esempio, magari, di quello che avviene in altri Paesi europei.  INFRASTRUTTURE: Tramite l'istituzione dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, a partire dalprimo gennaio 2012, "si porta a compimento, rafforzandolo, il processo di separazione tra soggetto concedente e concessionario. E questo è già un grande passo avanti", aveva osservato il superministro Corrado Passera, ma la parte del leone per far in modo che le grandi opere diventino volano della crescita dovrebbe essere affidata ad una prossima riunione del Cipe e ad un successivo decreto legge per il rilancio del project financing.  FISCO. È arrivato un nuovo appello al varo della riforma fiscale dai sindacati, in piazza anche alla vigilia di Natale. A favore del lavoro ma è imminente anche la revisione degli estimi catastali basata sul valore di mercato degli immobili.

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