mercoledì 25 ottobre 2023
Al via a San Lazzaro di Savena, nel Bolognese, la tre giorni nazionale dedicata alle politiche per la natalità. La sindaca Conti: nidi gratis e aiuti alle coppie, così abbiamo battuto l’inverno
La sindaca Isabella Conti con alcuni bambini durante un’iniziativa nel suo Comune

La sindaca Isabella Conti con alcuni bambini durante un’iniziativa nel suo Comune - Collaboratori

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Non solo Trentino: c’è un Comune, nel bolognese, che è diventato un modello di innovazione nelle politiche di welfare per le famiglie. Si tratta di San Lazzaro di Savena, 32mila abitanti, dove da oggi fino a sabato si tengono gli “Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza”. Isabella Conti, sindaca dal 2014, ha costellato tutto il suo mandato di iniziative per le giovani coppie, per i neogenitori, per i bambini nella fascia 0-6 anni, infine per gli adolescenti. «Quando sono stata eletta - racconta Conti - il primo dato demografico che ha catturato la mia attenzione è stato il tasso di anzianità di San Lazzaro: c’erano 2,35 over 65 per ogni under 15». Le conseguenze si facevano notare nel breve periodo, ma spaventavano soprattutto nel lungo termine. «Le politiche di welfare erano ferme a 30 anni prima, quando c’erano il 5% di ricchi, il 5% di poveri e il restante 90% di una fascia media che, tutto sommato, stava bene».

Ma le cose, nel tempo, sono cambiate. «Mi sono accorta che la fascia media era diventata per lo più una fascia grigia. Quelle più in difficoltà erano le giovani coppie, per cui la nascita di un figlio era divenuto un traguardo irraggiungibile». Semplicemente, un figlio queste coppie non potevano permetterselo, né economicamente, né a livello di servizi. È così che il mandato della sindaca di San Lazzaro di Savena ha segnato alcune tappe fondamentali. «La prima è stata quella dei nidi gratuiti per tutti, senza liste d’attesa» spiega adesso.

Il tema non è solo di tipo economico. «Non si tratta di equità e giustizia sociale. Il cambiamento di prospettiva è stato ritenere il nido un servizio scolastico essenziale». Non un semplice baby-sitting, quindi, ma la possibilità concreta per i bambini di fare esperienza di autonomia e un importante sostegno alle neomamme. Un risultato raggiunto utilizzando anche i posti disponibili nel privato, per cui il Comune ha trovato risorse «combattendo l’evasione fiscale, ottimizzando i consumi energetici e la spesa pubblica».

Per le neomamme, poi, è arrivata l’ostetrica gratuita a domicilio, «un servizio sentinella del territorio, per aiutare le mamme nei primi giorni dopo il parto, ma anche per rendersi conto delle situazioni familiari e indirizzarle ai vari servizi del Comune». Per i bambini nella fascia 0-6 è favorita “l’outdoor education, l’educazione all’aperto, con la creazione di un parco giochi pensato per i più piccoli, con attività che possano sostenere il pieno sviluppo neuromotorio e il benessere dei bimbi».

Sono stati aperti, poi, diversi centri per le famiglie, luoghi in cui ritrovarsi e socializzare. Senza dimenticare gli adolescenti. «Abbiamo potenziato il servizio di supporto psicologico nelle scuole, aumentando le ore e permettendo l’accesso anche ai genitori» spiega Conti. Per questi e per le figure adulte di riferimento sono organizzati corsi formativi, essenziali soprattutto dopo la pandemia. Il “modello San Lazzaro” funziona: sempre più famiglie giovani scelgono questo Comune per vivere.

«Agli Stati Generali di questi tre giorni abbiamo invitato scienziati, politici e amministratori: vogliamo dimostrare che si può fare!» dice Conti. Diversi sindaci, dalla vicina Bologna, a Firenze, Mantova, Reggio Emilia, Vicenza, Pistoia, in maniera del tutto bipartisan, guardano con favore il modello di welfare possibile proposto a San Lazzaro. «Al termine produrremo una pubblicazione, che vogliamo lasciare a chi amministra i terrori, per dimostrare che è possibile pensare politiche di welfare proiettate verso il lungo periodo, ma con benefici immediati sulle giovani famiglie, per favorire la natalità» conclude Conti.

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