martedì 16 maggio 2023
L'indagine Pirls 2021 colloca gli alunni di quarta elementare ai vertici in Europa per capacità di comprensione del testo. Ricci (Invalsi): «Leggere è fondamentale per sviluppare competenze digitali»
Una bambina in classe durante la pandemia

Una bambina in classe durante la pandemia - Romano Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

La scuola primaria italiana si conferma ai primi posti in Europa per la qualità dell'insegnamento nel campo della lettura e della comprensione dei testi. La classifica dei Paesi che si distinguono per la didattica rivolta agli alunni tra i 9 e gli 11 anni è stata stilata dalla Iea (International association for the Evaluation of Educational achievement), che, nel 2021, ha promosso l'indagine internazionale Pirls (Progress in International readings literacy study). Si tratta di un'indagine effettuata a cadenza quinquennale dal 2001, in grado, quindi, di fornire informazioni su un trend di 20 anni. Per l'Italia, che partecipa a Pirls fin dalla prima edizione, hanno preso parte 7.419 alunni di quarta primaria, a cui sono stati sottoposti quesiti di diversa natura, legati alla comprensione dei testi. Inoltre, del campione hanno fatto parte anche 5.152 genitori, 442 insegnanti e 222 dirigenti scolastici. A livello internazionale, Pirls ha coinvolto 400mila allievi di 57 Paesi, 20mila insegnanti, 13mila dirigenti e 380mila genitori. Per la prima volta, nelle scuole italiane la prova è stata sostenuta al computer. «La lettura è fondamentale per sviluppare le competenze digitali», ha ricordato il presidente dell'Invalsi, Roberto Ricci, anticipando i risultati dell'indagine, in corso di presentazione all'Accademia nazionale dei Lincei.

Italia sopra la media europea

Prendendo in considerazione il punteggio medio di 500, punto centrale della scala Pirls, l'Italia ha fatto registrare 537 punti, collocandosi sopra la media dei Paesi europei partecipanti. Meglio di noi hanno fatto soltanto Finlandia e Polonia (549 punti) e Svezia (544). Inoltre, mentre in altri Paesi europei si notano differenze, anche di 250 punti, tra gli studenti con risultati più alti e quelli con risultati più bassi, in Italia la differenza di punteggio è contenuta in 219 punti. «Il nostro Paese dimostra comparativamente una maggiore equità dei risultati nella scuola primaria», si legge nel Rapporto. Con il 97% degli scolari (percentuale più alta in assoluto) in grado di rispondere almeno ai compiti più semplici di lettura. Infine, gli scolari italiani di quarta elementare hanno fatto segnare risultati migliori di quelli, per esempio, di Norvegia e Danimarca, pur avendo, queste ultime, fatto partecipare allievi più grandi di un anno ( 10,9 anni contro i 9,8 anni degli italiani). A livello mondiale, la classifica della comprensione della lettura al quarto anno di scuola è guidata da Singapore con 587 punti, seguita da Hong Kong con 573.

Gravi divari territoriali

Il buon risultato complessivo dell'Italia, non è però uniforme sull'intero territorio nazionale. Mentre al Nord e al Centro si registrano risultati superiori alla media nazionale di 537 punti (550 punti nel Nord Ovest, 542 nel Nord Est e 543 nel Centro), nel Meridione e, soprattutto, nelle Isole, la situazione rimane molto difficile. Il Sud, infatti, fa registrare una media di 527 punti (dieci in meno della media nazionale) e il Sud Isole si ferma a 513 punti.

Bambine più brave dei maschi

In 38 dei 57 Paesi considerati, le bambine hanno fatto registrare risultati migliori rispetto ai compagni maschi, con una differenza media di 16 punti, in 5 Paesi non è stata registrata nessuna differenza di genere e in nessun Paese i bambini sono risultati più bravi delle femmine per quanto riguarda la lettura e la comprensione dei testi. In Italia, questa differnza di genere rimane anche se si riduce a 7 punti, una tra le più contenute a livello internazionale.

L'impatto negativo del Covid

L'ottima prestazione degli alunni italiani è avvalorata anche dal fatto che Pirls 2021 è stato effettuato subito dopo la grave pandemia da Covid-19, che, ha costretto il 93% degli scolari a seguire le lezioni da casa (rispetto a una media generale dell'87% dei 57 Paesi che hanno partecipato all'indagine). Gli effetti della pandemia si sono comunque fatti sentire: gli alunni italiani di quarta elementare, si legge nel Rapporto, «ottengono nel 2021 un risultato medio significativamente inferiore di 11 punti rispetto a quello rilevato 5 anni prima, riportando i risultati nuovamente in linea con quelli di venti e dieci anni fa (541 punti)».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: