venerdì 25 aprile 2025
In quattro anni di lavoro, la storica Liliana Picciotto ha raccolto le storie di 815 partigiani. Un sito le racconta
Ritratto dei fratelli Aldo e Raffaele Gallico insieme ai compagni partigiani, nella borgata di Assarti, in provincia di Cuneo

Ritratto dei fratelli Aldo e Raffaele Gallico insieme ai compagni partigiani, nella borgata di Assarti, in provincia di Cuneo - Archivio Fondazione Cdec

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Non è possibile celebrare compiutamente il 25 Aprile e la Liberazione dal nazi-fascismo senza considerare nella sua interezza l’apporto dei partigiani ebrei, il cui contributo non fu «esterno» - come si è ritenuto per lungo tempo - ma si sostanziò in un «apporto costitutivo alle idee e alle pratiche della Resistenza». Dopo quattro anni di studio e ricerche d’archivio, la storica Liliana Picciotto è giunta alla conclusione che, pur ridotta in termini numerici, rispetto alla complessità del movimento resistenziale, la partecipazione degli ebrei italiani alla lotta di Liberazione deve essere iscritta a pieno titolo e senza ridimensionamento alcuno in questa pagina di storia nazionale. «Nel 1943 l’Italia aveva circa 42 milioni di abitanti e gli ebrei erano 39mila, compresi i vecchi e i neonati, ma ho raccolto le storie di 815 partigiani ebrei, che, in proporzione, sono tantissimi», ricorda la storica della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano, fondato esattamente 70 anni fa, il 25 aprile 1955.

Proprio per celebrare questo anniversario, in concomitanza con l’80esimo della Liberazione, le storie dei partigiani ebrei sono disponibili sul sito Resistenti ebrei d’Italia, frutto, appunto, dei quattro anni di lavoro della storica Liliana Picciotto. Il progetto sarà quindi presentato al pubblico martedì 29 aprile alle 18,30 al Memoriale della Shoah di Milano.

«Tra le figure di ebrei della Resistenza – sottolinea Picciotto – ci sono personaggi che hanno dato un contributo decisivo a fondare l’Italia repubblicana. Solo per citarne alcuni, ricordo Eugenio Colorni, Eugenio Curiel, Umberto Terracini, i fratelli Emilio ed Enzo Sereni. Nelle mie ricerche mi sono imbattuta in persone di tutte le età e condizioni sociali, dai ragazzini poco più che adolescenti a cinquantenni che avevano combattuto durante la Grande Guerra. Senza dimenticare le 8 Medaglie d’Oro e le 18 Medaglie d’Argento al Valor Militare, assegnate a partigiani ebrei. Il cui contributo alla lotta di Liberazione fu, ripeto, decisivo e costitutivo».

Tra le tantissime vicende personali e familiari raccolte e raccontate dalla storica Picciotto, c’è, per esempio, quella di Franco Cesana, 13 anni di Bologna, che, di nascosto dalla madre, fugge in montagna per raggiungere il fratello maggiore Lelio che si era unito ai partigiani sull’Appennino. Dopo un mese scrive a casa una lettera che sarà anche l’ultimo contatto con la famiglia. Il giovanissimo partigiano, infatti, morirà in uno scontro a fuoco a Gombola, sull’Appennino modenese. Un altro giovanissimo, Gianfranco Sarfatti, 22 anni, riesce a fuggire in Svizzera con la famiglia, scampando così alle retate dei nazi-fascisti. Ma l’amore per l’Italia libera lo spinge a ripassare il confine e ad unirsi alle brigate partigiane attive in Valle d’Aosta. Morirà in combattimento nella zona di Cogne.
«Una vicenda che mi ha particolarmente colpito – riprende Liliana Picciotto – è quella di Hermann Wygoda, ebreo polacco che, con documenti falsi, arriva a Berlino, nella tana del lupo e viene arruolato nella Organizzazione Todt, che aveva il compito di costruire le linee difensive. Quando viene inviato a scavare trincee in Italia, si unisce ai partigiani liguri della zona di Savona e combatte fino alla Liberazione. Al termine della guerra andrà a vivere negli Stati Uniti».

Non sono molte, invece, le figure di donne ebree che militarono nella Resistenza. Picciotto, però, vuole ricordare quella di Rita Rosani, maestra elementare e combattente di Verona, morta in battaglia sul Monte Comun di Negrar nel settembre 1944, Medaglia d’Oro al Valor Militare.

«Tutti costoro e gli altri di cui ho raccolto le storie – conclude Liliana Picciotto – hanno combattuto per la nostra libertà e, non pochi, hanno perso la vita durante la Resistenza. Per onorarne la memoria abbiamo deciso di raccogliere queste vicende in un sito, che vuole essere anche un’operazione verità rispetto a quanti, ancora oggi, non vogliono attribuire il giusto riconoscimento al contributo degli ebrei italiani alla lotta di Liberazione. E perciò, anche in questo 25 Aprile, saremo in piazza con coloro che, invece, vogliono celebrare la Resistenza. Tutta intera».

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