giovedì 17 marzo 2011
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«Preziosa verità» delle cerimo­nie comme­morative dei 150 anni del­l’Unità italiana in vista del nostro futuro, la sottolinea l’arcivescovo di Milano, car- dinale Dionigi Tettamanzi. In una conversazione con Maria Latella per il primo degli appuntamenti televi­sivi che il cardinale terrà per cinque martedì, su Teleno­va, Radio Marconi, Radio Mater e sul portale della Chiesa Ambrosiana. «Siamo sempre più attenti al pre­sente - ha detto l’arcivesco­vo – e questo è necessario, doveroso ma corriamo il ri­schio che questo presente sia molto impoverito perché taglia le radici originarie e non accoglie una eredità che avrà sì tanti problemi e limiti ma che ha anche straordi­narie ricchezze. Insomma non vale bloccarsi sul 'qui e ora' e in questo senso le ce­rimonie commemorative sono sì cerimonie ma na­scondono una verità pre­ziosa».Tettamanzi ha evi­denziato, infatti, che noi «apparteniamo a una storia e la dobbiamo rivivere e por­tare avanti proprio grazie al­la eredità che ci è stata la­sciata e sapendo che quello che facciamo oggi avrà una ripercussione per il doma­ni ». Un augurio all’Italia anche dal cardinale Camillo Ruini. «Quella di litigare – ha detto il porporato – è un po’ una nostra caratteristica. Ma posso dire che l’Italia esiste da molto più di 150 anni proprio come nazione nel senso profondo». Anche l’associazionismo cattolico è in prima fila nel­le celebrazioni. L’Azione cat­tolica italiana augura «un buon compleanno» all’Ita­lia e «partecipa alle celebra­zioni in programma nel Pae­se per rinnovare con tutti gli italiani il senso delle ragioni della convivenza democra­tica e dell’unità della Nazio­ne ». L’associazione esprime la «speranza che tutti si sap­pia guardare alla propria storia come a un terreno co­mune su cui costruire il pro­prio futuro e una rinnovata coesione sociale», base del­lo sviluppo del Nord quan­to del Sud «in un sempre più arduo contesto internazio­nale». Anche le Acli scrivono una lettera di “Auguri” all’Italia e invitano i propri associati ad «esporre il tricolore». «Sia­mo stati tra i protagonisti di questa lunga storia, fin dal­le sue origini repubblicane e costituzionali», affermano le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, auguran­do che l’Italia «sia all’altez­za degli ideali che hanno i­spirato i suoi padri fondato­ri », che il passato e la me­moria siano un «patrimonio condiviso e vitale», che «la Costituzione animi il vero patriottismo», nel segno del­la «concordia delle diverse culture, dei laici e dei catto­lici». «Gioie, grandi dolori, sacri­i fici, la storia del vivere in­sieme tra Sud e Nord come famiglia nazionale, nella vi­cenda del mondo» ha affer­mato il fondatore di Sant’E­gidio, Andrea Riccardi, illu­strando il senso del ritrovar­si insieme della Comunità ieri sera per pregare alla vi­gilia della celebrazione del­l’Unità. «Possiamo essere presi da una visione parzia­le », ha osservato ancora lo storico cattolico, ma abbia­mo «una funzione nella sto­ria », che si avverte ora in modo particolare di fronte «a quanto accade nella riva meridionale del Mediterra­neo ». Oggi infine i ragazzi, i giova­ni e gli adulti dell’Azione Cattolica, in ogni parrocchia e in ogni diocesi d’Italia si u­niranno alla preghiera per il nostro Paese, che troverà il suo culmine nella messa che il presidente della, Cei, car­dinale Angelo Bagnasco, ce­lebra a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, e a cui parteciperà la presi­denza della associazione.
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