sabato 28 gennaio 2023
Un fumetto per far conoscere agli studenti - fino al 16 ottobre 80° del rastrellamento al Ghetto- le storie di sportivi, tecnici e dirigenti di entrambe le società colpiti dalle Leggi razziste del '38
Lazio e Roma unite dai loro atleti vittime del nazifascismo
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Un derby per vincere insieme contro il razzismo. Con il progetto “16 ottobre” - data del rastrellamento nel 1943 del Ghetto nella Capitale -S.S.Lazio e A.S.Roma scendono in campo alleate per diffondere tra i giovani i valori dello sport contro ogni forma di violenza e discriminazione. Quei veleni che a volte si insinuano anche nelle frange estreme delle tifoserie.Le due società, con il patrocinio della Regione Lazio e della Comunità Ebraica di Roma, hanno presentato nel liceo romano Bertrand Russell le storie di atleti, tecnici e dirigenti di entrambe le società che hanno subìto sulla propria pelle le Leggi Razziali del 1938. Ed è stato distribuito tra gli studenti un fumetto, intitolato “16 ottobre” e patrocinato dalla Regione Lazio, che raccoglie e racconta gli atti di eroismo di chi si oppose a quelle Leggi, oltre alle vicende di chi rimase tragicamente vittima delle deportazioni e trovò la morte nei campi di concentramento. Il fumetto sarà disponibile anche online sulle piattaforme ufficiali di Fondazione S.S. Lazio 1900 e A.S. Roma. Autore delle tavole è Spartaco Ripa.

Manlio Gelsomini fu socio sia della A.S.Roma che della S.S.Lazio. Podista e rugbista, medico e partigiano, venne fucilato alle Fosse Ardeatine

«La potenza e la bellezza di questo fumetto – spiega Gabriella Bascelli, presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900 – è quella di far immedesimare immediatamente i più giovani nelle vicende dei propri beniamini. Sono morti in maniera atroce, ingiusta e incomprensibile i nostri atleti, i nostri fratelli, i nostri concittadini, i nostri compagni di squadra, i ragazzi e le ragazze per cui abbiamo tifato, tifiamo e tiferemo. Con questo progetto, la nostra volontà non è dire ai ragazzi più giovani “Ricorda chi erano”, ma ricorda chi erano per decidere chi essere nella tua vita, per scegliere i valori dell’onore, del rispetto e della fratellanza. I valori dello sport sono sempre in antitesi rispetto a ogni tipo di violenza e discriminazione».

Padre Libero Raganella, romanista e "padre spirituale" della A.S.Roma, nel quartiere San Lorenzo salvò ebrei e disinnescò mine.

Il progetto proseguirà nel corso del 2023 con vari incontri nelle scuole medie e superiori della Capitale, fino a concludersi il prossimo 16 ottobre, che coincide con l’ottantesimo anniversario dell’inizio della deportazione degli ebrei romani, quando verrà organizzata una visita nei luoghi della memoria con una rappresentanza degli studenti delle scuole coinvolte.

La principessa Mafalda di Savoia, secondogenita del re, fu socia della S.S.Lazio dal 1933 e impegnata in attività di carità. Arrestata dopo l'Armistizio, morì a Buchenwald.

«Con il Progetto 16 ottobre abbiamo voluto onorare non solo la memoria dei cittadini romani che hanno subito le Leggi Razziali prima e la deportazione poi, ma anche tutti gli atleti, allenatori e dirigenti ebrei di Roma e Lazio travolti da quella vergognosa pagina del ‘900», dichiara Francesco Pastorella, direttore del Dipartimento relazioni di comunità dell’A.S. Roma. «L'auspicio è che le tavole che oggi presentiamo siano uno strumento efficace per generazioni di ragazzi chiamati al dovere di ricordare e tramandare quei tragici eventi».

Renato Sacerdoti, ebreo, presidente della A.S.Roma dal 1928 al 1935, si salvò nascondendosi a San Paolo travestito da frate.

«Il senso di questo progetto – spiega Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma – è di indicare ai giovani la via giusta per infrangere il mito del tifo violento che purtroppo rischia di prendere il sopravvento, come dimostrano episodi recenti di cronaca. La coesione e il rispetto di ogni persona di qualsiasi etnia, colore o credo sono testimoniati da quanti si sono battuti anche a prezzo della vita per cercare di salvare gli atleti travolti dalle leggi razziste del 38. È questo il messaggio positivo che vogliamo trasmettere ai giovani».





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