sabato 30 settembre 2023
Lo spazio in deficit ricavato nel 2024 è di 15,7 miliardi di euro e 23,5 miliardi in tre anni. Previste dismissioni di partecipazioni societarie pubbliche pari ad almeno l'1% del Pil
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - Reuters

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La situazione economica e di finanza pubblica «è più delicata di quanto prefigurato in primavera». Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa alla Nadef-Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. «In una situazione in cui la finanza pubblica è gravata dall'onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi e dal rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili». Il governo ha scelto di affrontare «i problemi più impellenti - inflazione, povertà energetica e alimentare, decrescita demografica - promuovendo al contempo gli investimenti, l'innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell'economia». Nella relazione al Parlamento sulla Nadef, si legge che lo spazio in deficit ricavato nel 2024 per la manovra è di 15,7 miliardi di euro. «Nel 2024 e 2025, le risorse saranno utilizzate, nell'ambito del prossimo disegno di legge di Bilancio, per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024 e l'attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali» della Pa «con particolare riferimento alla sanità, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti del Pnrr, nonché il finanziamento delle politiche invariate». «Gli spazi finanziari che si rendono disponibili, quale differenza tra gli andamenti tendenziali e programmatici aggiornati, che includono anche la maggiore spesa per interessi passivi conseguente al maggior disavanzo, sono pari a 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025», cioè in tutto 23,5 miliardi in tre anni. Nel 2026, invece, il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all'indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3%». Per garantire la sostenibilità del debito e «coerentemente con una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l'1% del Pil» nel 2024-2026. Così il ministro Giorgetti in premessa alla Nadef. Si tratterà di «dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un'opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico».


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