mercoledì 27 dicembre 2023
L'audizione del ministro dell'Economia in commissione Bilancio alla Camera: «Non sono previste manovre aggiuntive». Sul Mes: «Non ho mai detto che lo avremmo firmato»
Giorgetti: «Il Patto di stabilità è un compromesso da valutare nel tempo»

Ansa

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Attesissimo dalle opposizioni che ne hanno richiesto la presenza a gran voce, Giancarlo Giorgetti arriva in commissione Bilancio della Camera poco dopo le 14 e, a dispetto delle previsioni, si mostra disponibile a rispondere «anche in riferimento al Mes e alla governance europea». Anche perché, spiega, si tratta di «argomenti di grande interesse» e un ministro «deve dare conto al Parlamento che è organo sovrano». Il tema principale resta però la manovra, che secondo il titolare del Mef comporterà «un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica». Il ministro cita le modifiche intercorse nell'esame di Palazzo Madama e le misure sulla previdenza di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali: «È stata mantenuta intatta la quadratura e l'impianto della nostra proposta - mette in chiaro - e il governo lo valuta positivamente».

La manovra
Rispondendo alle domande dei componenti della commissione, Giorgetti sottolinea lo «sforzo importante nel 2024 per restituire il reddito disponibile alle famiglie, in particolare a quelle con redditi medio-bassi». Un impegno che «produrrà una crescita del Pil pari alle nostre aspettative». «È chiaro che queste - aggiunge - eccedono rispetto alle stime aggiornate», ma «è quello che accade in tutti i Paesi in Europa», che «purtroppo assistono a una guerra che non accenna a finire e che ha causato un autentico cataclisma sotto l'aspetto finanziario». Senza contare l'inflazione, che «è tornata a falcidiare i redditi e ha condizionato il commercio globale e la crescita in Europa». Ad ogni modo la volontà del governo resta quella di non disperdere risorse con «bonus monodirezionali e non necessariamente a beneficio di chi ha redditi medio-bassi». E comunque, prosegue il ragionamento, «le previsioni» del governo con i documenti programmatici «sono coerenti con quello che è previsto dal nuovo Patto di stabilità» e «non sono previste manovre aggiuntive».

Il Patto di stabilità
A proposito del Patto di stabilità, il ministro parla di «un compromesso» che potrà essere valutato «tra qualche tempo», oltre che di un «probabile passo indietro rispetto alla proposta iniziale». Ma «il successo italiano - specifica - è la possibilità dell'allungamento fino a 7 anni per coloro che rispettano il Pnrr». Il che significa «che bisogna rispettare il Piano», ma anche che «questa flessibilità è entrata ed è un grande successo del nostro Paese». «Non possiamo né dobbiamo fare festa - concede poi Giorgetti - ma mi sono preso tutta la responsabilità di accettare un accordo invece di mettere un veto a caso per tornare a delle regole molto peggiori di quelle che il nostro Paese affronterà nei prossimi mesi». E poi «se non ci fosse stato un accordo sarebbe entrato in vigore dal primo gennaio il vecchio patto di stabilità e crescita scritto col fiscal compact», mentre con quello nuovo «abbiamo fatto un passo in avanti».

Il Mes
Per quanto riguarda il Mes, chiarisce poi il ministro replicando alle recenti osservazioni delle opposizioni, «non ho mai detto né in Parlamento né in Europa né in nessuna altra sede che l'Italia lo avrebbe ratificato. Ho letto cose assurde, assolutamente false e vi prego di prenderne atto». Il punto, continua Giorgetti, è che «il Parlamento sovrano ha votato e ha votato come avevo anticipato in sede europea, dove ho sempre detto che l'esito sarebbe stato inevitabilmente questo». In ogni caso il Meccanismo europeo di stabilità «non è né la causa né la soluzione al nostro problema, perché il nostro problema si chiama debito» e «per quanto costa deve essere tenuto sotto controllo o questo Paese non ce la fa».

Il Superbonus
Spazio anche al Superbonus, sul quale «i dati degli ultimi mesi vanno anche peggio rispetto a quelli previsti dalla Nadef». Il Parlamento deciderà, ragiona il titolare del Mef, ma «io so quale è il limite che posso fare e che proporrò in Cdm e oltre al quale non si potrà andare. Questa - osserva - è la realtà dei numeri di una norma fatta in un momento eccezionale che purtroppo ha degli effetti radioattivi, è come una centrale nucleare che fa effetti che non riusciamo a gestire».

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